L’avanzata della destra arrembante

martedì
12 giugno 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
V

Pisa

In periferia la Lega è arrivata al 40%

Dal nostro inviato ERNESTO FERRARA. PISA

«Salvini e la Ceccardi qui troveranno il Piave, non passeranno» si dà coraggio il candidato del Pd Andrea Serfogli dopo una giornata di riunioni nella sede di via dei Fratti con le liste di sinistra, da cui ora spera di recuperare punti buoni per il ballottaggio. «Aspetti e speri, noi siamo già passati. E tra 15 giorni ci prendiamo il Comune», se la ridono nel comitato di Borgo Largo il candidato del centrodestra Michele Conti e la sua grande manovratrice, la sindaca leghista della vicinissima Cascina Susanna Ceccardi, pupilla di Salvini in Toscana. Il custode Benito Fortini apre le porte, accende l’aria condizionata e loro sfogliano i dati: in certe sezioni del quartiere dell’edilizia popolare, il “Cep”, Conti è sopra il 40%: «Come Lega potremmo avere 15 consiglieri comunali, Siamo al 25% e 5 anni fa eravamo lo 0,35 vi rendete conto? Ho già sentito il segretario ministro, è felicissimo per Pisa. E tornerà presto da noi» esulta Ceccardi. Eccola la sfida del ballottaggio sotto la Torre pendente. La battaglia tra la grande paura di un Pd schiacciato in difesa che ora rispolvera l’utopia di una reunion di sinistre e liste civiche per fermare gli “invasori” e i sogni di gloria di una Lega che si è svegliata primo partito. Nella città della giovinezza rossa di Massimo d’Alema e Fabio Mussi studenti alla Normale, il Carroccio ha cannibalizzato il centrodestra e forse si è preso anche un pezzo dei 5 Stelle. Molti di loro, secondo l’Istituto Cattaneo, sono rimasti a casa. E così il Movimento si riscopre debole, non determinante. Convinto solo di una cosa: «Io non darò mai indicazione di votare per il Pd», dice il candidato Gabriele Amore, che si è fermato al 9%.

E la sinistra che farà? Mdp starà col Pd ma i movimentisti di Ciccio Auletta, che hanno preso il 7,8%? «Mica è scontato che appoggino il Pd» fa notare il barista della “Tazza d’oro” in centro. E infatti Auletta non prende impegni: «I voti non sono di nostra proprietà», è il ritornello che trapela dai suoi. La città è divisa: «Io vengo da sinistra ma voto Lega, avete visto quanti stranieri? E come hanno ridotto la stazione?», protesta un pensionato al Bimbo bar del Cep. «Sono stato comunista e ora sto col Pd, è gente competente» gli risponde il compagno di bevute. E tra 15 giorni chi trionferà? Da una parte ci sarà il candidato dem che i dem non volevano, l’assessore Serfogli, che con un sussulto d’orgoglio rispetto alle politiche è riuscito a recuperare qualche voto nelle periferie portando il Pd al 32,26%. E ora chiama la sinistra frammentata e dispersa che al primo turno tra liste civiche, Possibile, Rifondazione, socialisti e Potere al Popolo è arrivata a pesare quasi il 20% dell’elettorato: «Non so se faremo apparentamenti o accordi politici ma io guardo a quel mondo: siamo controvento ma possiamo tenere Pisa. Parlerò anche con le liste civiche. Loro portano Salvini? Renzi no, ma spero di avere Gentiloni, Zingaretti, Calenda, Sala» annuncia Serfogli, dipendente universitario.

Di fronte ritroverà il dirigente del consorzio agrario Conti, un passato in An, volto pulito di una destra che qui si mostra sfrontata e arrembante, con la Lega quasi al 25% e traino di una coalizione zoppa, con Forza Italia ferma al 3,5% e Fratelli d’Italia al 4,7%. Comprese le liste civiche però Conti fa il 33,36%, 300 voti sopra Serfogli, sorpasso storico grazie al vento securitario e anti immigrati che qui soffia forte. Promette Conti: «Se vinco io smettiamo di fare i sudditi di Firenze». Alleanza coi 5 Stelle? «Apparentamenti no ma dialoghiamo. A noi ci votano i vecchi del Pci, la gente che vive nelle case popolari e si ritrova davanti in graduatoria gli extracomunitari con le ville a Marrakech», si infervora Ceccardi. Appena un anno fa sarebbe stato uno scenario inimmaginabile: Renzi ancora segretario Pd voleva candidato sindaco l’ex deputato Federico Gelli, che ha rifiutato ed è fuori pure dal Parlamento. Chi forse aveva previsto tutto era Ceccardi, che ora punta a fare la candidata in Regione nel 2020. A Pisa i tempi d’oro del giovane D’Alema sono archeologia, è l’ora dei leghisti: «Ma passerà anche questa…», dice Mussi.

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