Le richieste da parte del Direttore di Confcommercio, Federico Pieragnoli, di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro e di una riduzione del costo del lavoro sono semplicemente irricevibili, e tutte interne alle logiche liberiste che vedono nel profitto l’unico fine supremo. La motivazione per cui non si trovano lavoratori e lavoratrici nel settore della ristorazione e del turismo è molto semplice: salari da fame, sfruttamento intensivo della manodopera, mancanza di diritti, orari di lavoro insopportabili, condizioni anche di lavoro nero fino ad arrivare ai casi limite di quanto accaduto a Soverato in cui una lavoratrice è stata picchiata dal datore di lavoro per aver chiesto quanto gli spettava.
Si continuano a chiedere deregolamentazioni in settori in cui oggi i lavoratori sono ipersfruttati e giustamente si rifiutano di sottostare a condizioni inaccettabili. Servono controlli per estirpare lavoro nero e sfruttamento, serve un salario minino, serve una politica che cancelli la giunta di contratti che permettono di utilizzare i lavoratori come una merce da spremere in tutti i modi possibili.
Confcommercio rilancia un pacchetto di proposte che respingiamo in toto e che sono tutte interne ad una propaganda che da mesi viene portata avanti contro le lavoratrici e i lavoratori che chiedono salari, diritti e tutele.
Siamo davanti a proposte in perfetta linea con il modello contenuto nel decreto concorrenza che provocherà nuovo precariato, compressione dei salari, perdita di diritti per lavoratori/lavoratrici. Pensiamo, quindi, vada rovesciato il paradigma bipartisan del neoliberismo che accomuna destre e centro(sinistra) con una proposta di reale alternativa.
Una città in comune
Rifondazione Comunista