È cambiata l’assessora, ma non sono cambiate le politiche “dis-educative” della Giunta Conti. Nonostante la contrarietà delle lavoratrici e delle rappresentanze sindacali, e nonostante le forti critiche espresse da molti genitori riuniti in Comitato, la destra sta portando avanti la richiesta di chiudere tutte le scuole dell’infanzia comunali: la Agazzi, la Montessori, la Calandrini. Che la dismissione avvenga nella forma di una “statalizzazione”, ossia di un tentativo di trasferimento delle scuole allo Stato, serve soltanto a nascondere la realtà: l’amministrazione vuole tagliare il fondo di spesa destinato all’educazione, che attualmente ammonta a circa 1 milione di euro, e non vuole assumere il nuovo personale necessario per garantire il servizio a fronte dei pensionamenti avvenuti o previsti.
Siamo di fronte ad una decisione epocale e irreversibile, con cui si rischia di disperdere un patrimonio sul piano didattico e pedagogico, anche sperimentale, sviluppato nel corso dei decenni da queste scuole. Si cancella con un colpo di spugna una qualità costruita nel tempo, compresi i percorsi 0-6 anni, con un disinvestimento senza precedenti sui servizi educativi comunali. Inoltre, questa operazione avrà pesantissime ricadute negative sul piano lavorativo, con le attuali maestre comunali che verranno spostate ad altri incarichi, disperdendo un grande patrimonio in termini di professionalità. Senza parlare delle lavoratrici in appalto addette ai servizi ausiliari, che perderanno il lavoro.
Tutto è iniziato a gennaio di quest’anno quando l’amministrazione ha soppresso la sezione “3 anni” della “Agazzi”, senza alcun confronto con il Comitato di gestione della scuola, con la RSU, con i genitori e con il quartiere, e senza coinvolgere preventivamente la competente Commissione consiliare. Poco dopo, anche per far fronte alla protesta che cresceva, è stato annunciato il “piano di statalizzazione”. Il 26 giugno abbiamo portato il problema in Consiglio Comunale, ma in quella occasione l’amministrazione ha confermato l’intenzione di trasferire la proprie scuole d’infanzia allo Stato, senza per altro aver prima verificato la disponibilità del Ministero a farsene carico.
Infine, lo scorso 18 ottobre nell’ambito della Conferenza Zonale pisana per l’Educazione e l’Istruzione, la giunta Conti, tenendo all’oscuro il Consiglio comunale, ha richiesto nuove sezioni statali di scuola dell’infanzia in sostituzione delle proprie. Tale richiesta si è scontrata con la richiesta del Comune di Vecchiano di una nuova sezione d’infanzia a Nodica, necessaria per far fronte alla chiusura della scuola paritaria di Filettole. La Conferenza zonale si è conclusa con un voto a maggioranza a favore della richiesta del Comune di Pisa, contrari tutti gli altri Comuni presenti tranne il Comune di Cascina: una modalità senza precedenti, che ci preoccupa molto perché mette i territori in competizione tra loro e antepone la volontà di Pisa di tagliare la spesa comunale al diritto all’istruzione per tutte e tutti.
I gruppi di Sì Toscana e Sinistra e del Partito Democratico hanno investito della questione il Consiglio Regionale, con una apposita mozione che chiede alla Giunta di intervenire per modificare questa decisione a partire da una verifica sulla mancata rispondenza della decisione presa in sede di Conferenza zonale rispetto alle proprie linee guida in materia di programmazione e dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2010/21, e ad assumere tutti atti conseguenti.
Da giorni chiediamo che l’assessora Munno venga a riferire in commissione consiliare, ma lei fugge: non si presenta e non dà risposte. Per questo abbiamo chiesto anche un Consiglio comunale urgente a tema, in cui chiederemo all’amministrazione comunale di ritirare questo “piano di chiusura delle scuole d’infanzia comunali”. Facciamo un appello ai genitori, alle forze sindacali e alle altre forze politiche affinché si mobilitino: è in gioco un pezzo del futuro della nostra città! Va contrastata con forza l’idea che l’educazione e l’istruzione siano costi da tagliare, e non invece i fondamenti su cui costruire la piena cittadinanza di tutte e tutti.
Gruppi consiliari :
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile
Partito Democratico
Movimento 5 Stelle