Domani parteciperemo alla Mobilitazione Creativa indetta dalle associazioni e chiederemo con forza che la Leopolda rimanga patrimonio pubblico realmente a disposizione della comunità.
Ci saremo con i nostri contenuti, e ribadiremo la nostra convinta contrarietà a qualsiasi operazione che porti i beni pubblici a essere amministrati da società che secondo il proprio Statuto operano con criteri di mercato e con fini di lucro. Ricorderemo che la Leopolda non è la sola, e che siamo contrari allo stesso modo al trasferimento alla Patrimonio Pisa srl degli Arsenali Repubblicani, del Parco della Cittadella, dei Vecchi Macelli, e al contempo alla vendita delle Ex-Stallette.
Ci saremo anche per ricordare che l’esperienza della Leopolda, della casa della Città, era nata con premesse belle e ambiziose che negli anni si sono perdute, a causa di politiche miopi anche delle amministrazioni di centrosinistra, le stesse che hanno cancellato le sperimentazioni sociali e culturali della città, gli spazi di aggregazione, di confronto, di nascita e sperimentazione di nuove idee. Da Rebeldia al Colorificio, dal Teatro Rossi alla Limonaia, paradigmi di una gestione virtuosa e condivisa dei beni comuni, esempi di auto-organizzazione e partecipazione dal basso che non hanno resistito agli attacchi ripetuti delle amministrazioni che si sono susseguite.
E’ dal 2013 che abbiamo denunciato il meccanismo perverso che nel caso della gestione della Leopolda imponeva canoni di locazione a prezzi di mercato, inaccessibili per le associazioni, compensate da contributi elargiti dalla stessa amministrazione comunale e decisi anno per anno. Abbiamo denunciato la dinamica di dipendenza che si creava così con l’amministrazione e che minava l’autonomia delle associazioni.
E abbiamo denunciato per anni il rischio che un eventuale cambio di amministrazione avrebbe messo in pericolo tutta l’esperienza. E questo è successo con la Giunta Conti: prima è stato tolto il sostegno economico, oggi si vuol togliere la gestione, domani si toglierà lo spazio.
E abbiamo anche denunciato la cancellazione di un’esperienza importante e virtuosa come quella della Leopolda Junior, un presidio sperimentale rivolto all’infanzia all’adolescenza e alle famiglie che era il fiore all’occhiello dei servizi educativi: è stata fatta sparire mettendo i servizi a bando e abbandonando l’esperienza importante di progettazione comunitaria che l’aveva animata. Erano gli anni del centrosinistra e questo la città se lo ricorda.
Noi proponiamo da sempre un’inversione di tendenza: in Consiglio Comunale noi ci siamo opposti con tutte le nostre forze alla delibera sulla Patrimonio Pisa e abbiamo proposto l’adozione di atti sugli spazi sociali in totale discontinuità rispetto alle amministrazioni che si sono avvicendate e che propongono regolamenti d’uso delle strutture pubbliche rivolti a rendere accessibili e non riservate solo ai grandi eventi privati
Noi proponiamo che questa battaglia diventi una causa comune, e che si rifugga dalle trattative singole: bisogna chiedere a gran voce la revisione del Regolamento vigente per la gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Pisa, con percentuali di riduzione del canone agevolato dal 90% al 100% in maniera da liberare spazi e opportunità per tutti e tutte.
Ad oggi tutti i beni sono ancora del Comune e non sono stati prodotti gli atti per il loro trasferimento alla Patrimonio Pisa srl per cui c’è tutta la possibilità per riaprire la partita sugli spazi sociali e culturali con una discussione partecipata proprio a partire dalla Leopolda. A questo fine, come avevamo annunciato, stiamo inviando una segnalazione alla Corte dei Conti in cui mettiamo in evidenza tutti i vizi della delibera approvata dalla destra in consiglio comunale, enucleando quelli che sono a nostro avviso i profili di illegittimità, chiedendo quindi alla Corte dei Conti una verifica.
La Leopolda e tutti i beni comuni della città si salvano dalle politiche di privatizzazione della destra solo collettivamente con una battaglia pubblica e trasparente.
Una città in comune