Gentile Ministro,
esattamente un anno fa, a Coltano, si svolgeva un’assemblea indetta dalla coalizione “Diritti in comune” che ho rappresentato nel consiglio comunale di Pisa in questa consiliatura appena conclusa. Parteciparono centinaia di persone per discutere del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi con cui si dava il via libera alla realizzazione di una nuova base militare a Coltano, all’interno del Parco di San Rossore, Migliarino Massaciuccoli, con un investimento di 190 milioni di euro provenienti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, utilizzando le procedure di semplificazione del PNRR.
Un progetto che tutte le forze politiche che siedono in Parlamento e le istituzioni a livello nazionale, locale e regionale conoscevano da un anno, ma su cui non avevano in alcun modo informato la cittadinanza. Un progetto che noi abbiamo visionato per intero e che Lei conosce molto bene e di cui ha discusso nel mese di dicembre, nel suo studio al Ministero, insieme al sindaco di Pisa Michele Conti e al consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci, il partito a cui anche lei è iscritto. Evito di dilungarmi, quindi, sugli aspetti tecnici.
A partire da quella assemblea è nata una ampia e plurale mobilitazione dal basso contro la realizzazione di questa base, che ha detto con chiarezza no a una nuova infrastruttura militare sia a Coltano sia in qualsiasi altro luogo, chiedendo espressamente che quelle risorse, che riteniamo non possano essere utilizzate a questo scopo, siano invece destinate al nostro territorio per far fronte alle vere priorità della nostra città: casa, lavoro, scuola, salute, ambiente, tutela e valorizzazione del Parco.
Da quando Lei si è insediato il tavolo interistituzionale attivato nello scorso giugno e composto da Ministero della Difesa, Regione Toscana, Provincia di Pisa, Comune di Pisa, Ente Parco San Rossore, Migliarino Massaciuccoli e Comando dell’Arma dei Carabinieri non si è mai riunito. In compenso il sindaco uscente Michele Conti al termine dell’incontro con Lei, dichiarava: “Ho ricevuto rassicurazioni sul fatto che da parte del Ministero della Difesa sono escluse soluzioni ipotizzate al di fuori dal Comune di Pisa, per rispettare due condizioni necessarie: la vicinanza all’aeroporto militare e lo sviluppo del progetto prevalentemente su terreni di proprietà pubblica”.
Nelle prossime settimane ci saranno le elezioni amministrative nella nostra città. Con questa lettera aperta, in quanto candidato a sindaco per la coalizione Una città in comune – Unione Popolare, intendo informarla che nel caso in cui sarò eletto sindaco le chiederò immediatamente un incontro, come da programma di mandato che ho depositato negli scorsi giorni.
La prima richiesta della nostra futura amministrazione sarà l’immediato ritiro dei 2 decreti relativi alla nuova base, sia quello inerente l’avvio del progetto, sia quello istitutivo del tavolo interistituzionale e al contempo l’attivazione di un tavolo con il Governo per il trasferimento dei 190 milioni sul nostro territorio.
Le confermo, quindi, l’assoluta indisponibilità da parte di una nostra amministrazione ad accogliere una nuova infrastruttura militare. Spero in una sua fattiva collaborazione in questa direzione.
Siamo invece interessati a ragionare insieme a Lei sull’avvio di un percorso di progressiva demilitarizzazione del territorio del nostro Comune, a partire da Camp Darby fino all’area Cisam, per trasformare Pisa in un vero laboratorio di pace.
Cordiali saluti
Francesco Auletta – candidato a sindaco Pisa Una città in comune – Unione Popolare