PER UNA PISA CHE ABBIA LA CULTURA AL CENTRO
Pisa, 1 giugno 2018
Chiar.mo Prof. Barone,
La ringrazio per le sollecitazioni contenute nella sua intervista pubblicata sul “Corriere Fiorentino” in data odierna e Le rispondo con una lettera aperta, che idealmente indirizzo non solo a Lei, ma a
tutta la Scuola Normale e, più in generale, a tutte le istituzioni che in vario modo producono e promuovono ricerca e cultura nella nostra città.
“Senza la cultura questa città muore”: così inizia la sua intervista – e non potrei essere più d’accordo con Lei.
Pisa, città di cultura e arte di livello europeo, centro di grandi tradizioni intellettuali e civiche, sede di tre fra le più prestigiose università pubbliche d’Italia e del CNR più grande del paese, non può essere pensata senza tenere la cultura al centro.
Non è esagerato dire che l’Università e il mondo della ricerca sono il patrimonio più prezioso di questa città, insieme a tutti gli altri luoghi in cui si producono socialità e cultura, seppure in forme diverse: le scuole, i musei, le biblioteche, gli archivi, i cinema, i teatri, i circoli e le associazioni.
Per noi la cultura è il luogo ideale d’incontro degli individui, di scambio e integrazione, nel quale si affermano valori di libertà, democrazia, fratellanza, solidarietà, tolleranza e giustizia. Le università e il mondo della ricerca portano a Pisa persone provenienti da tutto il mondo, arricchendone profondamente il tessuto sociale e creando opportunità di crescita e di sviluppo, non soltanto economico, ma prima di tutto intellettuale e morale.
Tuttavia, dobbiamo constatare che negli ultimi anni la presenza dell’Università e degli studenti a Pisa viene sempre più spesso descritta da certa politica come un problema, non come una ricchezza.
Agli studenti che ogni giorno vivono in questa città si guarda di fatto come a un problema di ordine pubblico e non è raro che si arrivi a descrizioni veramente caricaturali, quasi si trattasse di una torma di barbari dedita al saccheggio, e non di un gruppo eterogeneo di individui in formazione.
L’assenza di una programmazione adeguata da parte dell’Amministrazione comunale ha portato la concentrazione dei luoghi del divertimento in poche vie del centro, creando in alcuni casi problemi di convivenza tra le diverse componenti della nostra città. A questa situazione la maggior parte delle forze politiche ritiene che si debba rispondere con misure spot come il DASPO urbano, che molti vorrebbero allargato a tutta la città.
La nostra coalizione ha un’idea diversa. Vogliamo una città aperta e accogliente per i giovani, ma anche sostenibile per tutti i cittadini. Per far sì che tutti amino Pisa, occorre che ciascuno se ne senta cittadino. Per costruire comunità e rispetto reciproco, non servono misure poliziesche e repressive, ma un ampliamento dell’offerta culturale e ricreativa.
Anche per questo guardiamo con interesse e attenzione alle molte attività promosse dalla Scuola Normale e dall’Università di Pisa in Piazza dei Cavalieri. Riempire le piazze di cultura, musica, dibattiti ci sembra la risposta migliore a chi vorrebbe invece chiuderle o allontanare soggetti ritenuti sgraditi.
Una città che offre più cultura e più socialità, non esclusivamente a pagamento, è una città che risponde nel modo migliore alle esigenze dei giovani e degli studenti, riducendo di conseguenza anche i rischi legati al consumo eccessivo di alcool e droghe.
Un’amministrazione che intende occuparsi seriamente di tali questioni ha il compito d’intervenire con serie ed efficaci politiche sociali: prima di tutto attivando unità mobili di operatori nelle aree del divertimento, per la sensibilizzazione al consumo consapevole e per la riduzione del danno; poi istituendo una figura come il mediatore di quartiere, già sperimentata con successo in molte realtà locali.
Se amministreremo Pisa, intendiamo promuovere una nuova sinergia tra Comune, Università ed Enti di Ricerca. Il Comune deve mettere in atto una politica culturale che coinvolga le principali istituzioni cittadine (Azienda Ospedaliera, Fondazione Palazzo Blu, Fondazione Pisa, Università di Pisa, Scuola Sant’Anna, Scuola Normale, Opera della Primaziale Pisana, ecc.), naturalmente nel rispetto dell’autonomia propria e di tutti gli Enti.
Il Comune deve tornare ad avere un progetto, una visione d’insieme, in cui Università e ricerca non siano più vicini di casa scomodi e magari un po’ ingombranti, ma la ricchezza più preziosa della nostra città.
Cosa sarebbe Pisa senza le sue università? Senza dubbio una città molto più triste e molto più povera.
Cerchiamo insieme di farle crescere sempre di più.
Ciccio Auletta
Candidato Sindaco della coalizione Diritti in Comune
(Una città in comune, Rifondazione Comunista, Pisa Possibile)