Ieri in piazza anche a Pisa con una conferenza stampa sotto il Comune.
Nel corso del 2023, specialmente in seguito alla rielezione di Recep Tayyip Erdoğan alla carica di Presidente della Repubblica di Turchia, è iniziata una nuova escalation del conflitto tra Turchia e popolo curdo. Da Gennaio a settembre l’esercito turco ha effettuato solo nella Siria del Nord-Est/Rojava 51 attacchi con droni che hanno ucciso 65 persone e ne hanno ferite gravemente 54, l’ultimo su un’auto del canale televisivo locale a guida femminile JinTV. Agli attacchi di droni vanno sommate le continue incursioni e gli attacchi indiscriminati di artiglieria quotidianamente lanciati dall’esercito turco e dai gruppi jihadisti alleati sulle città di confine. Nella Regione del Kurdistan in Iraq l’esercito turco ha stabilito più di 150 basi militari illegali in aree occupate nell’invasione in corso dal 2017. In aggiunta, l’intelligence turca è responsabile di decine di esecuzioni extragiudiziali in territorio iracheno ai danni di politici e attivisti curdi in esilio.
Da 29 mesi non ci sono notizie sullo stato di salute di Abdullah Ocalan e delle altre tre persone detenute nella stessa struttura: Ömer Hayri Konar, Veysi Aktaş e Hamili Yıldırım. Il 25 Marzo 2021 in seguito ad un’ondata di preoccupazione dell’opinione pubblica è stata concessa una telefonata ad Abdullah Ocalan da parte di suo fratello Mehmet Öcalan. Prima di allora l’ultima visita da parte dei familiari risale al marzo 2020 e l’ultimo colloquio con i suoi avvocati all’agosto 2019. Le visite degli avvocati vengono impedite con motivazioni futili tra cui continue sanzioni disciplinari applicate arbitrariamente ad Ocalan e presunti problemi tecnici che impedirebbero l’accesso all’isola.
Le condizioni di isolamento prolungato dei prigionieri di Imrali violano apertamente le Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri nonché lo stesso codice penale della Repubblica di Turchia. Il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa (CPT), unica istituzione in grado di visitare Imrali senza chiedere permessi, non ha reso pubblici i dettagli della sua ultima visita ad hoc alla prigione di Imrali tra il 20 e il 29 settembre 2022, nonostante i numerosi appelli degli avvocati di Öcalan.
All’età di 74 anni, Abdullah Öcalan ha trascorso 24 anni in prigione, quasi un terzo della sua vita. Durante la detenzione, Öcalan ha redatto numerosi scritti difensivi e documenti per i tribunali nazionali ed europei, tradotti e pubblicati in diverse lingue. Questi scritti hanno portato alla creazione di una nuova filosofia politica denominata “Confederalismo Democratico”, attualmente applicato nel Nord-Est della Siria e in diverse altre aree a maggioranza curda. Il popolo e le associazioni curde a seguito di questi eventi hanno deciso di lanciare contemporaneamente in oltre 70 città in tutto il mondo una campagna internazionale per rompere l’isolamento su Abdullah Öcalan.