“È giusto soffrire di più o di meno in base alla disponibilità del nostro conto corrente? Io lo trovo disumano.” Gino Strada
Quanto denunciamo da anni sul funzionamento del sistema sanitario regionale toscano trova una durissima conferma nell’inusuale ammonimento fatto dalla Corte dei Conti alla Regione Toscana in un dossier di oltre 100 pagine che evidenzia la pessima gestione delle liste di attesa e i conseguenti effetti negativi che questa ha sulla tutela del diritto alla salute.
La stessa Corte mette in evidenza, infatti, come ai cittadini e alle cittadine non sia garantito l’accesso generalizzato e tempestivo alle visite specialistiche e agli accertamenti diagnostici, cittadini e cittadine che, quindi, restano senza risposte e sono costretti per colpa delle politiche della Regione Toscana a doversi rivolgersi al privato, quando la salute è un bene comune tutelato dalla Costituzione e che il nostro Sistema Sanitario dovrebbe garantire a tutti e tutte.
La Corte mette così in evidenza quello che è sotto gli occhi della cittadinanza da anni, ovvero i ritardi eccessivi e “pericolosi” nello smaltimento delle liste d’attesa per prestazioni sanitarie e specialistiche.
Gli anni di pandemia hanno sicuramente gravato sul SSN peggiorando la situazione ma è inaccettabile ciò che la Corte dei Conti evidenzia, cioè che i fondi destinati proprio a recuperare il mancato accesso alle cure durante le fasi peggiori della diffusione del Covid-19 non siano stati utilizzati. Questo fa emergere ancora una volta delle gravissime responsabilità a livello politico e gestionale che non possono essere più sottaciute.
Nella relazione, inoltre, si rileva anche un eccesso di casi di mancato rispetto del rapporto tra attività libero professionale e attività istituzionale, anche questo un frutto avvelenato delle scelte scellerate fatte in tutti questi anni da chi ha governato.
Da anni denunciamo il colpevole e progressivo definanziamento del sistema sanitario nazionale. Quanto contenuto nella relazione della Corte dei Conti non può essere trattato solo come un mero disservizio del CUP, ma va inserito nel più ampio e strutturale smantellamento del sistema sanitario universalistico che il centrosinistra in Toscana e centrodestra e centrosinistra a livello nazionale stanno portando avanti in favore della sanità privata a cui sempre più persone sono costrette a rivolgersi gonfiandone i profitti.