LUCA BARBUTI (L’ALTRA SAN GIULIANO): «Noi, dalla parte degli ultimi. Diremo stop alle dismissioni»

sabato 24 maggio 2014, NAZIONE PISA Pagina: 14

«Noi, dalla parte degli ultimi Diremo stop alle dismissioni»

LUCA Barbuti nasce nel 1966 a Molina di Quosa, dove vive, e lavora nel suo bar. Sposato, ha due figlie, è da sempre appassionato di politica. Fin da studente si è interessato alle battaglie per l’autodeterminazione dei popoli,,per esempio la Palestina e l’India. E stato assessore a San Giuliano nella prima giunta Panattoni ma si è dimesso anzitempo,per divergenze programmatiche. E consigliere comunale uscente. Corre alla carica di sindaco sostenuto dalla lista L’altra San Giuliano.
Iniziamo dalla sua candidatura.

Com’è nato? «Rifondazione Comunista e Pdci sono molto radicati a San Giuliano. E i compagni hanno pensato a me anche per la mia storia».

La lista è un chiaro richiamo a ‘L’altra Europa con Tsipras’.
«Sì. Cerca di fermare sul territorio i contenuti della politica della sinistra europea. Ma ci tengo a precisare che i candidati sono quasi tutti rappresentanti della società civile, del mondo associativo e dei comitati del territorio».

Quali sono i cardini del suo programma?
«Le tre `r’: riattiva, ripopola, recupera. Riattivare la partecipazione nel territorio, ripopolarlo con iniziative culturali e recuperare il patrimonio pubblico in via di dismissione, ma anche le entrate fiscali e il valore del referendum sull’acqua».

Si possono abbassare le tasse?
«Si devono abbassare, è un obbligo».

Come?
«Intanto c’è da dire che il bilancio approvato è legale ma artificioso. Bisogna avere i numeri reali e studiarli come si deve: è quello che farò nei primi tre mesi. Poi penso alla reinternalizzazione di tutti i tributi sotto la gestione del comune: pubblicità, suolo pubblico e multe sono riscosse da società esterne, non esiste banca dati».

Cosa non è andato in questi anni?
«I governi Monti, Letta e Renzi hanno disintegrato gli enti locali impedendo loro la gestione diretta dei servizi. E San Giuliano è stato l’unico comune in Toscana ad uscire dal patto di stabilità. Poi credo che la seconda amministrazione Panattoni si sia caratterizzata per gli scontri di potere, le divisioni e il clientelismo. Così è saltato il buon governo che qui era di moda basato sulla collegialità».

Potevate far vale queste ragioni alle primarie, magari sostenendo Marchetti dato che sul programma siete molto vicine.
«Non in coalizione con questo Pd. Avevamo avviato un dialogo anche con Ies e Cives ma non ci siamo trovati d’accordo sul candidato».

Chi v al ballottaggio?
«Io e Di Maio. E vinco io».

Vi definiscono marginali e anocronistici.
«Non è vero. Le liste di sinistra alternativa hanno forte radicamento sul territorio. Talvolta può accadere che non riusciamo a tradurre in voti la nostra presenza».

Qual è il punto del programa cui tiene di più?
«La politica sociale per gli ultimi».

A chi vi rivolgete?
«’Compagne e compagni’ prima di tutto. Ma anche a quelli che negli ultimi cinque anni hanno percepito la lontananza dell’amministrazione. La colpa non è di Panattoni ma delle scelte politiche del centrosinistra: Di Maio non è il cambiamento».

Quale sarà il primo atto concre in caso i elezione?
«Togliere dal piano delle vendite tutte le proprietà comunali a vantaggio dell’imprenditoria giovanile. E anche istituire commissioni con i cittadini sul modello dei Ctp».

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