MA DAVVERO E’ UNA CITTA’ PER BAMBINI?

Per i servizi socio-educativi pisani rivolti all’infanzia l’anno si è aperto in una situazione di grave sotto organico, e con un’insufficienza dei fondi necessari per il pagamento dei part-time e delle sostituzioni brevi.

Le lavoratrici e i lavoratori di tali servizi ritengono
che la situazione sia tale da mettere in discussione il progetto educativo e la qualità relazionale, ed anche la sicurezza di base dei bambini e di 
chi sta con loro: per questi motivi, e per richiamare l’attenzione dei genitori e della cittadinanza sulle condizioni attuali del servizio pubblico hanno dichiarato lo stato di agitazione.

 

Una città in comune esprime la propria solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dei servizi socio-educativi comunali pisani, condivide la preoccupazione espressa dai genitori e continua ad assumere come parametro di benessere di una città il benessere di ogni soggetto più piccolo. Sulla base di questo principio, le bambine e i bambini pisani rischiano di soffrire gravi disagi a causa di una gestione esclusivamente economica delle politiche rivolte ai più piccoli e alle loro famiglie.

 

Ricordiamo che l’esaurimento delle graduatorie tanto orgogliosamente proclamato dall’amministrazione comunale è dovuto anche al fatto che diverse decine di famiglie hanno rinunciato ai posti negli asili nido, rinunce le cui motivazioni meriterebbero un’indagine approfondita, per capire se non siano dovute a un’inadeguatezza del servizio offerto rispetto  alle esigenze di genitori e bambini.

 

L’istruzione, la scuola pubblica, i servizi socio-educativi ed educativi, a partire da quelli offerti ai bambini più piccoli, sono un patrimonio comune istituito e difeso dalla Costituzione, e sottoposto costantemente, negli ultimi anni, ad attacchi economici e strutturali che lo svuotano e lo indeboliscono. L’amministrazione comunale pisana non si sottrae a questa tendenza.

 

 

una città in comune

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