Mancano i soldi e il restauro resta un’utopia. I CALCESANI AMANO QUESTO LUOGO STORICO MA IL COMUNE NON HA RISORSE PER RILANCIARLO

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Mancano i soldi e il restauro resta un’utopia. I CALCESANI AMANO QUESTO LUOGO STORICO MA IL COMUNE NON HA RISORSE PER RILANCIARLO

COSTRUITO nel XIII secolo, il convento e la chiesa di Sant’Agostino in Nicosia custodisce nel proprio cuore affreschi a tempera del XVIII e XIX secolo. La chiesa è stata completamente restaurata alcuni anni fa, il lazzeretto è stato messo in sicurezza negli anni ’90, mentre il chiostro e le celle dei monaci sono ormai in rovina. Purtroppo l’ex convento è una perla fragile e i fondi necessari al suo recupero completo non sono disponibili. La proprietà dell’intero complesso di edifici storici è demaniale e l’amministrazione calcesana, con le pochissime risorse finanziare a sua disposizione, non può certo far fronte agli innumerevoli lavori di restauro che ogni anno si aggiungono alla lunga lista. La comunità calcesana è molto affezionata a questo luogo ricco di storia e, negli anni, molti privati hanno fatto lavori a proprie spese, affidando il compito a ditte specializzate. PUR ESSENDO teatro della festa delle Camelie, che a fine marzo colora le strutture con fiori meravigliosi, gli affreschi medievali sono abbandonati al proprio deterioramento. La parrocchia di Calci, occasionalmente, utilizza la chiesa e il campanile. La bellezza di questo posto potrebbe quindi essere una grande occasione per il rilancio del turismo calcesano. Qui non è raro infatti imbattersi in curiosi e stranieri intenti a fotografarsi di fronte al cancello d’ingresso, chiuso con una grossa catena.

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