Manifesti antiabortisti in città: siano rimossi subito. Diffida al Comune di Pisa e mozione urgente in Consiglio

Dopo Cascina, Lajatico, Peccioli e Pontedera, anche a Pisa arriva l’ennesima indegna campagna antiabortista dell’associazione Pro Vita e Famiglia, con manifesti affissi in città raffiguranti un feto, accompagnato dalla frase “9 biologi su 10 mi riconoscono come essere umano. E tu?”.

Le posizioni dell’associazione (e dei vari soggetti che in vario modo gravitano attorno ad essa) sono tristemente note.

L’associazione si caratterizza infatti da sempre per i suoi numerosi e continui attacchi alla legge 194.

Tali attacchi sono espressione di una visione oscurantista che mira ad annullare qualsiasi forma di autodeterminazione delle donne: questa è la reale finalità di Provita e famiglia, e non – come spesso cerca di far credere- la rimozione degli ostacoli che impediscono la scelta di portare avanti la gravidanza per le donne che sono in difficoltà per povertà o fragilità personali.

Non a caso soggetti come l’associazione ProVita trovano la propria espressione politica in una destra violenta e profondamente ipocrita, che si riempie la bocca del valore della famiglia e della necessità di sostenerla, per poi portare avanti continui tagli al welfare e nessun reale intervento in grado di superare disuguaglianze e povertà, con buona pace (anche) di famiglie, bambini e bambine. Quello che resta, dunque, è solo propaganda, classismo, discorso d’odio e discriminazione.

Di pari passo con la sua apologia della “famiglia naturale”, l’associazione si distingue inoltre per un atteggiamento apertamente discriminatorio verso la comunità LGBTQIA+, con la sua lotta contro una fantomatica e non ben definita “teoria gender”, che di fatto esprime solo disprezzo per la sola esistenza delle persone appartenenti alla comunità. L’’associazione Pro Vita si è inoltre schierata più volte a favore delle c.d. “terapie di conversione”, che si basano sulla mostruosa (oltre che antiscientifica) idea che sia possibile “correggere” e “curare” persone il cui orientamento sessuale o identità di genere deviano da una presunta “normalità”.

Di fronte all’ennesima pretesa dell’associazione ProVita di imporre il proprio messaggio violento e oscurantista nello spazio pubblico, le amministrazioni comunali hanno tuttavia il potere di reagire.

Pochi giorni fa, l’amministrazione comunale di Firenze ha infatti legittimamente rifiutato all’associazione l’affissione degli stessi manifesti visti a Pisa in base all’articolo 23 comma 4bis del Codice della strada che vieta «sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche».

Stiamo collaborando attivamente per inviare subito una diffida al Comune di Pisa per far rimuovere tutti i manifesti. Per aiutarci nel preparare la diffida, chiediamo a chiunque voglia sostenerci di mandarci le foto dei manifesti, indicando via ed indirizzo, tramite messenger o via whatsapp 351.3636773.

Porteremo inoltre nel prossimo consiglio comunale del 19 febbraio una mozione urgente contro queste campagne di violenza degli antiabortisti.

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