Marson rilancia il piano paesaggistico alla vigilia del sì. Tra i colpi bassi anche della maggioranza

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In una lezione tenuta al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Pisa l’assessore regionale all’urbanistica illustra la legge regionale sul governo del territorio e difende il piano paesaggistico che verrà votato il 10 marzo

Dedicato alla nuova legge regionale sull’urbanistica e al governo del territorio il primo momento di incontro accademico, tra docenti, funzionari pubblici e studenti. Un incontro che si è tenuto questa mattina al Polo Porta Nuova del Dipartimento di Ingegneria alla presenza dell’assessore regionale Anna Marson, che questa legge l’ha voluta e ci ha lavorato quasi 5 anni prima di vederla alla luce, lo scorso novembre, quando è entrata in vigore.
Marson ha ripercorso la storia della legge, dalla necessità di superare le criticità della precedente – la famosa legge 1 del 2005 – cercando di conservarne e potenziarne gli aspetti innovativi. Ha quindi rivendicato l’impianto complessivo della norma, nonostante l‘impugnazione della legge urbanistica da parte della Corte Costituzionale, tramite il Governo: “Lo scorso 9 febbraio la giunta ha deciso che la Regione Toscana si costituisca nel giudizio pendente in modo da rendere possibile la difesa del provvedimento impugnato”, ha detto Marson. “Stiamo pensando anche ad una riscrittura di alcune parti in modo da renderlo inoppugnabile”.
Accanto a questo la discussione è scivolata anche sul piano paesaggistico che proprio in questi giorni si avvicina al rush finale con l’approvazione definitiva da parte del consiglio regionale. Un percorso difficile quello del piano, che vede insieme elementi teorici di ampio respiro ed esigenze locali, talvolta localistiche.
Anna Marson ha voluto esporre una premessa: la differenza tra urbanistica e governo del territorio. “La prima è una materia che organizza al meglio le previsioni di trasformazione del territorio che sono espresse da vari portatori di interesse – ha spiegato – tra cui le istituzioni, le pubbliche amministrazioni, i privati, che organizzano il territorio a partire da esigenze di carattere settoriale”.
“Quando si tratta però di unire queste esigenze, ci si rende conto che non si possono massimizzare tutte le scelte settoriali. Se messe tutte sullo stesso piano infatti, si creerebbe una sovrapposizione di esigenze insostenibile. Vanno invece fatte interagire all’interno di una logica complessiva, che è appunto quella del governo del territorio”.
Proprio rispetto all’aspro dibattito di questi giorni sul piano paesaggistico invece, che dovrebbe essere definitivamente approvato il 10 marzo dal consiglio regionale, Marson non si scompone nonostante i duri attacchi subiti, a partire dalla proposta, poi ritirata, di maxi emendamento che avrebbe stravolto il piano. Una proposta quest’ultima che ricalcava le posizioni di Forza Italia ma che sarebbe stato presentato dal Pd, in un evidente spaccatura fra un esponente della giunta e la maggioranza che sostiene Rossi.
Se infatti il maxi emendamento è stato ritirato, in questi giorni la commissione sta votando tutti gli emendamenti al piano che sono stati presentati, e che in particolare vorrebbero alleggerire le prescrizioni inserite per l’area delle Apuane, le cave di Carrara e Versilia, l’uso delle spiagge.
Proprio sul nodo-cave, che sta incontrando più resistenze a causa del conflitto fra tutela dell’ambiente e del lavoro, Marson ha spiegato la ratio del piano paesaggistico: “Cavare di meno, lavorare di più”, ovvero ridurre l’attività estrattiva e promuovere uno sviluppo industriale del territorio più rivolto alla lavorazione del marmo estratto, che oggi avviene fuori Regione.
“Le cave sono presenti in molti luoghi della Toscana e c’è una norma che disciplina l’attività estrattiva”, ha spiegato. “C’è poi, all’interno del piano, un articolo specifico per le Apuane, redatto in considerazione del fatto che questo è un territorio unico, speciale anche per la stessa Toscana, a prescindere dal fatto che rientrino o meno in zone già tutelate per legge, come i parchi. Abbiamo inserito delle prescrizioni speciali che regolano l’attività estrattiva, perché riteniamo che le Apuane siano dal punto di vista paesaggistico un’entità unica. Abbiamo inteso riportare unitarietà di trattamento delle cave con l’obbligatorietà dei piani attuativi, dove l’attività di escavazione deve essere regolata nella quantità e garantire il benessere, prima ancora che delle imprese, delle popolazioni”.
Una ratio, infine, che Marson ha sintetizzato così: “Non è l’elenco dei singoli beni che ci interessa tutelare, ma il fatto che una serie di relazioni che qualificano un territorio vengano conservate. Non parliamo di elementi intoccabili, ma di relazioni che garantiscono la riproduzione nel tempo di quelle qualità costitutive di un territorio, va mantenuta e in questa direzione ci stiamo muovendo”.

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