Mozione: Rafforzamento delle politiche locali volte alla garanzia dei diritti delle persone LGBTQIA+

Premesso che:

La Strategia Nazionale LGBT+ 2022-2025 elaborata dal Dipartimento per le Pari Opportunità e da UNAR per fornire misure ed azioni concrete per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere prevede uno specifico ruolo per gli enti locali nel contribuire a raggiungere gli obiettivi identificati e nel monitorare gli effetti delle iniziative e strategie adottate per contrastare ogni tipo di discriminazione legata a orientamento sessuale o identità di genere.

La Regione Toscana, con la legge regionale n. 63/2004, in attuazione dell’articolo 3 della Costituzione, si è impegnata ad adottare politiche finalizzate a consentire a ogni persona la libera espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere, ed a promuovere il contrasto alle discriminazioni.

La Regione Toscana, con D.G.R. n. 838/2021, modificata dalla D.G.R. n. 1054/2021, ha istituito un Tavolo di consultazione permanente presso la Giunta Regionale Toscana con le associazioni e altri organismi, anche non riconosciuti, impegnati nella tutela dei diritti e nel contrasto alle discriminazioni delle persone LGBTQIA+, al fine di favorire informazioni e scambio di conoscenze, dati, best practices, ed elaborare proposte di azione volte a contrastare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, promuovere un clima di rispetto della dignità delle persone LGBTQIA+ e divulgare la cultura delle differenze.

Il Programma regionale di sviluppo 2021-2025, approvato con risoluzione del Consiglio regionale n.239 del 7 luglio 2023, che in particolare nelle Linee di sviluppo regionali, Area 4. Istruzione, ricerca e cultura fa espresso riferimento alla necessità di sviluppare azioni e strategie di contrasto ad ogni discriminazione.

Dal 2015 tra la Regione promuove l’adesione alla rete RE.A.DY da parte delle pp.aa. toscane e ne coordina le attività, promuovendo la realizzazione locale di interventi volti alla tutela delle persone LBGTQIA+ ed alla diffusione di una cultura di rispetto e di pari trattamento, favorendo il coinvolgimento delle associazioni per la promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+ e lo scambio di progetti ed esperienze tra territori, in modo da massimizzare l’efficacia delle singole azioni.

Considerato che:

– Il summenzionato documento prodotto dal Dipartimento Pari opportunità e dall’UNAR riporta dati statistici che evidenziano come lo stato della tutela dei diritti delle persone LGBT+ in Italia sia ancora significativamente arretrato. Nello specifico, come riportato:
L’indagine speciale Eurobarometro 2019 “Discriminazione nella UE”, ha analizzato il grado di accettazione sociale delle persone LGBT+ negli Stati Membri e la percezione delle discriminazioni fondate sull’ orientamento sessuale e l’identità di genere. In termini generali l’indagine ha messo in evidenza un miglioramento nell’accettazione delle persone LGBTQIA+ nell’Unione Europea, ma permangono notevoli differenze tra gli Stati membri. I dati relativi all’Italia si collocano sotto la media europea per quanto riguarda ad esempio la percentuale di persone che ritengono che le persone gay e lesbiche debbano avere gli stessi diritti delle persone eterosessuali, pari al 68% a fronte di una media UE del 76%; il 59% considera che non vi sia nulla di male nella relazione affettiva fra due persone dello stesso sesso contro il 72% della media europea; il 43% concorda sul fatto che le persone transgender dovrebbero poter modificare i propri documenti civili in modo che corrispondano alla propria identità di genere a fronte di una media UE del 59% e solo il 37% è d’accordo con l’indicazione di un “terzo genere” sui documenti pubblici a fronte della media UE del 46%.
Nel Rainbow Report – Rapporto annuale sullo stato dei diritti in 49 Paesi del continente europeo e dell’Asia centrale, elaborato da Ilga Europe, una delle maggiori associazioni internazionali che curano e monitorano i diritti delle persone LGBTQ+ in Europa, nel 2024 l’Italia è risultata attualmente 35° posto su 48, con un indice pari al 25% (di fatto stabile negli ultimi di anni, con un minimo tra aumento tra il 2021 e il 2024, passando dal 22% al 25%), con praticamente nessun miglioramento per quanto riguarda l’avanzamento dei diritti delle persone LGBT+. La Rainbow map di ILGA analizza la situazione delle persone LGBTQ+ nei diversi paesi dal punto di vista della situazione giuridica e politica sulla base di sei categorie tematiche: uguaglianza e non discriminazione, famiglia, crimini d’odio e discorsi d’odio, riconoscimento legale del genere e integrità fisica, spazio per la società civile, asilo.

Il Rapporto dell’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali (Fra), che ha riguardato un’indagine online condotta tra il maggio e il luglio 2019 nei 27 Stati membri dell’Ue, nel Regno Unito, in Macedonia del Nord e in Serbia, evidenzia che la situazione in Italia denota un contesto improntato sulla paura di dimostrare in pubblico la propria affettività: il 62% delle persone intervistate evita di prendere per mano la persona amata e il 30% dichiara di evitare di frequentare alcuni luoghi specifici per paura di subire aggressioni. Solo il 39% del campione italiano esprime liberamente la propria identità LGBTQIA+, a fronte di una media europea del 47%. Il 23% degli intervistati dichiara di aver subito discriminazioni sul posto di lavoro e il 32% ha dichiarato di aver subito almeno un episodio di molestia nell’anno precedente all’indagine e l’8% un episodio di aggressione fisica nei 5 anni precedenti. Solo il 16% del campione ha dichiarato di aver denunciato questi episodi alle forze dell’ordine, mettendo in evidenza il fenomeno dell’under-reporting, mentre l’8% (contro una media europea del 33%) degli intervistati ha espresso fiducia nel reale impegno delle istituzioni pubbliche.

– Le aggressioni costituiscono solo la punta dell’iceberg delle forme di violenza che la comunità LGBTQIA+ subisce, non rappresentando episodi isolati, ma determinandosi come il frutto di un clima di oppressione sistemica, espressa su livelli differenziati e a partire dal piano istituzionale e sociale: discorsi d’odio sui media e nel dibattito pubblico; discriminazioni sul lavoro e nell’accesso alla casa e ai servizi, soprattutto ai danni delle soggettività più marginalizzate; invisibilizzazione delle istanze della comunità; mancanza di politiche pubbliche adeguate per contrastare discriminazioni e violenze e offrire un supporto adeguato a chi le subisce.

– Gli enti locali, seppur nei limiti delle proprie competenze, hanno un ruolo fondamentale nella garanzia dei diritti, anche per il loro particolare livello di prossimità alle esigenze dei territori e la conseguente possibilità di elaborare risposte il più adeguate possibile al contesto e ai bisogni che lo caratterizzano.

– Gli enti locali devono essere attori di processi di trasformazione dal basso anche su scala territoriale e di governo più ampi.

Ritenuto, pertanto, opportuno che:

– Il Comune debba garantire il massimo impegno nel favorire la piena garanzia dei diritti civili e sociali delle persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, adottando strategie e interventi politici integrati a livello locale mirati non solo al contrasto delle discriminazioni (con una particolare attenzione ai soggetti più marginalizzati e che subiscono discriminazioni su più fronti), ma anche alla garanzia del godimento di una piena cittadinanza.

– Il Comune aderisca a reti di buone pratiche a livello regionale, nazionale e sovranazionale (es. a livello europeo) del Comune, come supporto allo sviluppo delle summenzionate strategie, in un’ottica che vada oltre la scala locale e miri a una visione politica di più ampio respiro.

– Tali percorsi debbano essere sviluppati tenendo conto delle reti e degli interventi già strutturati e dei progetti avviati sui territori dalle associazioni.

Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta a:

– Aderire al Pride Toscana 2024 che si terrà il 7 settembre a Lucca, come primo atto di riconoscimento della necessità di porsi in ascolto di istanze politiche e in dialogo con i soggetti che esprimono tali istanze, e come punto nodale di un percorso strutturato.
– Adottare e finanziare politiche per una piena garanzia dei diritti civili e sociali delle soggettività LGBTIQA+, coerentemente con le proprie funzioni, con un approccio integrato e trasversale (es. politiche educative e culturali; politiche socio-sanitarie) e tenendo conto delle progettualità già in atto, anche sviluppate a livello di società civile (es. da parte di associazioni del territorio).

– Potenziare in particolar modo, sempre nell’ambito delle competenze comunali, i percorsi di educazione alle differenze previsti all’interno dei sistemi scolastici, anche formando e supportando le figure coinvolte nei processi di educazione (dirigenti, docenti, genitori ecc.), finalizzati non solo a contrastare qualsiasi forma di discriminazione, ma anche a costruire contesti sicuri e di piena garanzia dei diritti.

– Adottare adeguati sistemi di monitoraggio dell’efficacia di tali politiche.

– Promuovere un dialogo costante, programmatico, operativo e costruttivo con le associazioni impegnate sui temi sopra evidenziati la costituzione di tavoli di discussione a livello regionale e promuovendo gli stessi anche a livello comunale.

– Aderire alle reti di buone pratiche e progetti già esistenti a vari livelli, a partire dalla Rete Ready.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare

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