Mozione: Sostegno all’attivazione delle carriere alias ed iniziative del Comune di Pisa per l’educazione alle differenze

Di seguito la mozione presentata al consiglio comunale di Pisa dal consigliere Francesco Auletta (Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile).

Mozione: Sostegno all’attivazione delle carriere alias ed iniziative del Comune di Pisa per l’educazione alle differenze

Tenuto conto:

  • dell’Art. 3 della Costituzione Italiana;

  • della Convenzione Onu sui diritti infanzia e adolescenza 1989 (I 4 principi fondamentali);

  • del Regolamento UE 2016/679 o GDPR e Codice Privacy (D.lgs. 196/03);

  • della Legge n. 59 del 15 marzo ’97 e successivi decreti, Autonomia Scolastica;

  • del DPR n. 275/99, Autonomia delle Istituzioni Scolastiche;

  • del DPR n. 249/98 e successive modificazioni, Statuto delle Studentesse e degli Studenti

  • della Risoluzione del Parlamento Europeo del 28 settembre 2011 sui diritti umani, l’orientamento sessuale e l’identità di genere nel quadro delle Nazioni Unite;

  • della Legge 107/2015, Art. 1 comma 16;

  • delle Linee Guida per la tutela di tutti i diritti umani da parte delle persone LGBTIQ+.

Tenuto conto che ad oggi il Ministero dell’Istruzione non ha ancora provveduto ad emanare Linee Guida specifiche per l’attivazione della Carriera Alias per studenti trans, alle quali le Scuole di ogni ordine e grado possano fare riferimento per redigere appositi protocolli.

Visto che nonostante l’assenza di norme nazionali che dettino regole su questi percorsi, necessari e talvolta urgenti, le scuole fanno i conti quotidianamente col bisogno di garantire benessere e sicurezza a tutte e tutti coloro che nelle scuole trascorrono il loro tempo da studenti e studentesse

Visto che le scuole, dunque, dovrebbero sentire forte il dovere di “…rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (“È compito della Repubblica…” art.3 della Costituzione Italiana). Nel caso in questione, parliamo di ostacoli che fanno riferimento al riconoscimento della persona e della sua identità percepita, quando questa non corrisponde a quella assegnata alla nascita in base al sesso biologico. Ostacoli che la Scuola ha la possibilità di rimuovere a vantaggio, non solo di ogni persona direttamente interessata, ma di tutta la comunità educante.

Ribadito che il bisogno di riconoscimento è uno dei bisogni umani primari e che la percezione di una propria identità di genere non rispondente a quella assegnata può manifestarsi già nel periodo scolastico e che spesso tale scoperta genera disorientamento, disagio, disistima e altre forme di sofferenza legate non alla varianza dell’identità di genere in quanto tale, ma all’assenza di riferimenti culturali, sociali e politici adeguati in famiglia e a scuola.

Tenuto conto che la scuola può offrire l’occasione di scoprire che l’umanità non è “naturalmente” come viene rappresentata e organizzata, ma si manifesta in una molteplicità di sane varianze di identità che hanno tutte diritto di espressione, riconoscimento e rispetto; mentre spesso invece la Scuola è il luogo dove si sperimenta l’esclusione, il rifiuto, la violenza.

Tenuto conto che i dati ci raccontano, una realtà agghiacciante, che le e gli studenti trans hanno il più elevato tasso di abbandono scolastico e questo non riconoscersi nella norma che la famiglia e la società si aspetta da loro è un accumularsi di sofferenze e disagi (che possono manifestarsi con depressioni, autolesionismo e atti suicidari, disturbi del comportamento alimentare e altro), talvolta seguito dal ritiro sociale (è in crescita il fenomeno degli hikikomori).

Visto che un sempre maggiore numero di Università italiane, alcuni Istituti Scolastici del primo e secondo ciclo hanno interpretato al meglio le competenze attribuite dalle norme nazionali in materia di autonomia scolastica (Art. 21, comma 10, Legge n. 59/97 “Nell’esercizio dell’autonomia organizzativa e didattica le istituzioni scolastiche realizzano… iniziative di prevenzione dell’abbandono e della dispersione scolastica; art. 4 comma 1, DPR n. 275/99 “Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema… riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo”) ed elaborato procedure per la carriera alias adottate dagli Organi Collegiali competenti, ad integrazione del loro Regolamento di Istituto.

Ricordato che la carriera alias è un accordo di riservatezza tra scuola, studente trans e famiglia (nel caso di studente minorenne), attraverso il quale la persona trans chiede di essere riconosciuta e denominata con un genere alternativo rispetto a quello assegnato alla nascita. La carriera alias è una procedura di semplice applicazione, che prevede la possibilità di modificare il nome anagrafico con quello di elezione, scelto dalla persona trans, nel registro elettronico, negli elenchi e in tutti i documenti interni alla scuola aventi valore non ufficiale.

Evidenziato che si tratta di una buona prassi che evita a queste o queste/i studenti il disagio di continui e forzati coming out e la sofferenza di subire possibili forme di bullismo. La carriera alias resta comunque solo un punto di partenza per affrontare un discorso, più ampio, di pratiche educative in grado di creare senso di appartenenza e consapevolezza in tutta la comunità scolastica.

Tenuto conto della iniziativa delle studentesse e degli studenti del Liceo Dini che in questi giorni hanno occupato la propria scuola anche in solidarietà ad un loro compagno di scuola, Geremia, a cui ad ora è stata negata l’attivazione della carriera Alias.

Ritenuto che questa iniziativa intrapresa dagli studenti abbia una grande valenza a cui non solo la scuola ma la città debba dare ascolto e riconoscimento per la sensibilità e maturità dimostrata.

Tenuto conto che nella nostra città già il liceo “Russoli” ha invece avviato le carriere alias, e che questo sia un esempio da seguire.

Considerato che la stessa Università di Pisa si è dotata di un regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias nel nostro ateneo.

Il Consiglio comunale

Ribadisce e sostiene l’introduzione nelle scuole, nel rispetto della propria autonomia, delle carriere alias in quanto atto di rispetto, oltre che di tutela della privacy, verso le istanze delle persone trans.

Sostiene e promuove tutte le buone pratiche che possono rappresentare occasioni di crescita culturale per tutta la comunità scolastica, accompagnate dalla traduzione in azioni concrete delle parole chiave quali convivenza consapevole, parità, rispetto delle differenze, prevenzione di tutte le forme di discriminazione, più volte ribadite in sede europea, attraverso le Dichiarazioni, e in sede internazionale con le Carte, e ben sottolineate nella recente Legge 107/2015, all’art.1 comma 16, esplicitato nelle apposite Linee Guida Nazionali, emanate il 27 ottobre 2017 (Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione).

Si impegna:

  • ad avviare nelle commissioni competenti un percorso di audizioni e confronto con le associazioni e i soggetti del terzo settore che agiscono in questo campo al fine di ad organizzare un Consiglio comunale aperto sul tema: “Educare alle differenze, nelle scuole comunali: criticità e prospettive”;

  • a realizzare periodicamente, anche in sinergia con altri Comuni, giornate di studi e seminari, che aiutino a diffusione di buone pratiche sull’educazione alle differenze nella fascia di età 0-6 anni;

  • a avviare insieme con l’università la progettazione e realizzazione di monitoraggio, ricerche e indagini qualitative e quantitative sull’educazione alle differenze e le tematiche di genere in città;

  • a prevedere l’attivazione, all’interno delle scuole di competenza comunale, di corsi di aggiornamento professionali base e/o complementari rivolti a educatori/trici di nido e a maestri/e, per promuovere l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica, sia sotto il profilo teorico che operativo; per fornire strumenti e conoscenze in merito alla costruzione delle identità di genere, all’uso di un linguaggio non sessista e alla prevenzione delle discriminazioni di genere.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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