Mozione: Stop bombe per la guerra in Yemen

Di seguito la mozione presentata al consiglio comunale di Pisa dal consigliere di Diritti in comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Possibile)

Mozione: Stop bombe per la guerra in Yemen

Premesso che come affermato dalla risoluzione del Parlamento europeo del 4 ottobre 2018: «il conflitto in atto nello Yemen è giunto al quarto anno e che più di 22 milioni di persone necessitano di sostegno umanitario; che le persone in condizioni di insicurezza alimentare sono più di 17 milioni e che, di queste, oltre otto milioni versano in uno stato di grave insicurezza alimentare e rischiano di morire di fame»; «nell’agosto 2018 una relazione dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha concluso che vi sono ragionevoli motivi per ritenere che tutte le parti implicate nel conflitto nello Yemen abbiano commesso crimini di guerra; che le forze di entrambe le parti del conflitto sono state accusate di aver utilizzato armi pesanti in zone edificate e densamente abitate, attaccando anche ospedali e altre strutture non militari»; «dal marzo 2015 più di 2 500 bambini sono stati uccisi, oltre 3 500 sono stati mutilati o feriti e un numero crescente di minori è stato reclutato dalle forze armate sul campo; che le donne e i bambini risentono in modo particolare delle ostilità in corso»; «il 9 agosto 2018 un attacco aereo sferrato dalla coalizione guidata dai sauditi ha colpito uno scuolabus in un mercato nella provincia settentrionale di Saada, uccidendo varie decine di persone tra cui almeno 40 bambini, la maggior parte dei quali di età inferiore ai 10 anni; che due settimane dopo, il 24 agosto, la coalizione guidata dai sauditi ha lanciato un nuovo attacco in cui hanno perso la vita 27 civili, per la maggior parte bambini, che stavano fuggendo dalle violenze nella città assediata di Hodeida, nel sud del Paese»; «nell’anno 2018 sono stati raggiunti i più alti livelli di malnutrizione acuta mai registrati nella storia recente dello Yemen; dei 2.200.000 di bambini affetti da malnutrizione acuta, 462.000 sono stati definiti in una situazione di Grave Acuta Malnutrizione (SAM acronimo inglese), e ogni giorno 100 bambini si salvano dalle bombe ma muoiono di fame».

Considerato

  • – che ciò nonostante l’Italia continua ad autorizzare l’esportazione per milioni di euro di materiali di armamento (in particolare bombe RWM MK82) verso l’Arabia Saudita, a capo della coalizione composta da EAU, Oman, Bahrain, Egitto, Qatar, Marocco, Kuwait; che i dati forniti dalla Rete per il Disarmo testimoniano che tali vendite sono andate aumentando dal 2016 ad oggi, contravvenendo palesemente a quanto disposto dall’articolo 1 della legge 185/90, che vieta l’esportazione di armi verso Paesi in conflitto armato e che violano i diritti umani;
  • – che Pisa da tre anni accoglie nella tenuta di San Rossore la competizione ippica internazionale Toscana Endurance Lifestyle, sotto l’egida di Sheikh Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, nonché ministro della Difesa della coalizione araba che bombarda lo Yemen;
  • – che a fine luglio dello scorso un fondo di investimenti sovrano di proprietà del governo di Dubai ha acquistato il 25% di Corporacion America Italia, l’azionista di controllo di Toscana Aeroporti, la società che gestisce gli scali di Pisa e Firenze;
  • – che il ripudio della guerra è parte costitutiva della nostra Repubblica;
  • – che non è tollerabile ogni concorso nelle gravi violazioni in atto nel “conflitto sconosciuto” in Yemen;

Preso atto che nonostante le numerose istanze della società civile, il governo e il Parlamento italiano continuano a disattendere le risoluzioni del Parlamento europeo che invitano «tutti gli Stati membri dell’UE ad astenersi dal vendere armi e attrezzature militari all’Arabia Saudita, agli Emirati Arabi Uniti e a qualsiasi membro della coalizione internazionale, nonché al governo yemenita e ad altre parti del conflitto»

Ritenendo che è a partire dalle città che si costruiscono reti vitali di giustizia e pace tra i popoli come da appello lanciato dalla città di Assisi il 27 gennaio 2018.

IL CONSIGLIO comunale dichiara

  • l’assoluta contrarietà nel territorio italiano alla fabbricazione di armi e materiale destinato ai Paesi in conflitto;
  • la propria volontà di promuovere azioni e progetti per la realizzazione di concrete ed effettive politiche di disarmo e di pace;
  • la volontà della Città di Pisa di porsi come luogo di costruzione di rapporti internazionali di pace e solidarietà; e contestualmente a disconoscere qualsiasi rapporto istituzionale ed economico con l’emiro del Dubai leader della coalizione responsabile degli eccidi in Yemen.

SI IMPEGNA

  • Insieme agli altri comuni convergenti su questi stessi intenti e alle associazioni e ai comitati di cittadini cointeressati, a promuovere ogni azione perché Governo e Parlamento italiano diano attuazione ai principi costituzionali e alle risoluzioni del Parlamento europeo, bloccando l’esportazione di armi e articoli correlati prodotti in Italia o che transitino per l’Italia, destinate all’Arabia Saudita e a tutti i Paesi coinvolti nel conflitto armato in Yemen.
  • A sollecitare l’attuazione della legge 185/90, con riferimento anche alle specifiche disposizioni e obblighi in materia di riconversione delle fabbriche di armi e del Trattato Internazionale sul Commercio di Armamenti perché non è accettabile che, ancora oggi, interi territori del nostro Paese siano consegnati al ricatto tra il lavoro assicurato dalla filiera delle armi e il rischio della disoccupazione;
  • A sostenere l’adozione, con effettive risorse, da parte del governo nazionale di efficaci misure di politica economica e industriale per liberare il nostro Paese, a cominciare dal Sulcis Iglesiente, da ogni irragionevole conflitto tra la dignità del lavoro e il diritto alla vita per tutti.

Francesco Auletta
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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