Mozione sulle stragi a Lampedusa

Il Consiglio Comunale di Pisa,

premesso che:

–          Nella notte tra il 2 e il 3 Ottobre scorsi, un’imbarcazione carica di circa 500 profughi è naufragata al largo delle coste di Lampedusa, nei pressi dell’isola dei Conigli. Secondo le ricostruzioni successive, il naufragio sarebbe stato causato da un incendio, a sua volta dovuto al tentativo disperato dei profughi di richiamare l’attenzione dei soccorritori tramite l’incendio di alcune coperte;

–          Secondo un bilancio ancora provvisorio, aggiornato all’11 Ottobre scorso, le vittime della tragedia sarebbero 312. Tra i morti vi sono anche donne e bambini;

–          Stando alle testimonianze dei sopravvissuti, alcuni pescherecci si sarebbero avvicinati all’imbarcazione ma non avrebbero dato soccorso ai naufraghi, probabilmente nel timore di essere perseguiti per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare (come già accaduto in altre circostanze);

–          In una intervista rilasciata al quotidiano britannico The Guardian, un pescatore ha denunciato di essere stato ostacolato nell’opera di soccorso dalla Guardia Costiera, che gli avrebbe intimato di “rispettare il protocollo” e di non portare in salvo i naufraghi;

–          La Procura di Agrigento ha dichiarato che i profughi sopravvissuti alla tragedia potrebbero essere perseguiti per il reato di immigrazione irregolare, introdotto nel 2009 dal cosiddetto “Pacchetto Sicurezza”. Con una tragica ironia, mentre ai morti verrà conferita la cittadinanza onoraria, i sopravvissuti potrebbero essere perseguiti come autori di reato;

–          Nella seduta del 9 Ottobre scorso, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato un emendamento al disegno di legge AS925, nel quale si impegna il Governo a depenalizzare il reato di immigrazione irregolare (di cui all’art. 10-bis del Testo Unico Immigrazione);

 

visto che:

–          Il naufragio accaduto nella notte tra il 2 e il 3 Ottobre scorsi rappresenta una delle più gravi tragedie mai accadute nel Mediterraneo negli ultimi decenni;

–          Secondo molte e autorevoli voci, sia nazionali che internazionali, il naufragio non è dovuto tanto a una tragica fatalità, quanto alle politiche perseguite dal nostro paese in materia di controllo delle frontiere e di soccorso in mare; tali politiche hanno privilegiato le esigenze di contenimento dei flussi migratori, a scapito dei diritti umani e della sicurezza dei profughi;

–          Denunciare e perseguire i pescatori che si adoperano per salvare le vite dei naufraghi significa criminalizzare comportamenti che rappresentano un vero e proprio codice etico e una legge non scritta delle genti di mare, oltre che un supporto prezioso nelle operazioni di soccorso;

 

constatato che:

–          Come ha dichiarato autorevolmente la Presidente della Camera dei Deputati on. Laura Boldrini nel corso della sua visita a Lampedusa, gli sbarchi nelle coste meridionali del nostro paese non coinvolgono più i tradizionali “migranti economici”. Ad arrivare in Italia via mare sono veri e propri profughi e rifugiati, persone che fuggono da conflitti, guerre e persecuzioni: secondo le normative internazionali ed europee, il nostro paese ha l’obbligo di trarre in salvo queste persone, nonché di garantire loro una degna accoglienza e uno status giuridico che consenta la permanenza sul territorio;

–          Secondo la normativa vigente (legge 189/02, art. 32, modifiche all’art. 1-sexies della legge 39/90), l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati è affidata agli enti locali, nell’ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). I Comuni hanno dunque un ruolo di primo piano nell’accoglienza dei profughi;

 

considerato che:

–          La normativa in materia di protezione internazionale prevede che le domande di asilo si possano presentare unicamente alla polizia di frontiera o alla Questura (decreto legislativo 25/2008, art. 3 comma 2); ciò significa che i profughi possono chiedere asilo solo dopo il loro arrivo in Italia;

–          Per chi fugge da guerre e persecuzioni è spesso impossibile raggiungere il nostro paese con mezzi legali e ordinari; ancora più complicato e impraticabile è l’ottenimento di un regolare visto di ingresso, il cui rilascio è soggetto alle leggi in materia di immigrazione e non alle norme sulla protezione internazionale;

–          Profughi e sfollati che intendano rifugiarsi nel nostro paese debbono perciò imbarcarsi con mezzi di fortuna, e attraversare il Mediterraneo rischiando la propria vita;

–          Di fronte all’aggravarsi della crisi siriana, alle crescenti turbolenze dell’area mediorientale, e alla tragedia di Lampedusa, si invoca da più parti l’istituzione di un corridoio umanitario, cioè di un sistema che consenta l’ingresso regolare in Europa a quanti fuggono da guerre e persecuzioni, prevedendo la possibilità di richiedere protezione alle ambasciate e ai consolati dei paesi UE;

–          Il Brasile ha già adottato disposizioni simili, introducendo un visto umanitario per i profughi della guerra in Siria; l’iniziativa è stata lodata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), che ha invitato tutti i paesi firmatari della Convenzione di Ginevra ad adottare misure analoghe;

–          Più in generale, la normativa italiana in materia di immigrazione (a partire dalla cosiddetta “legge Bossi-Fini”) è caratterizzata da una forte impronta repressiva e restrittiva, e non garantisce canali legali di ingresso e soggiorno, né la possibilità di regolarizzazione per chi già si trova sul territorio nazionale; la conseguenza di queste disposizioni è quella di consegnare i migranti – soprattutto irregolari – allo sfruttamento lavorativo e al caporalato;

 

tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale di Pisa impegna il Sindaco e la Giunta:

 

A richiedere al Parlamento e al Governo italiano:

–          Una immediata revisione delle norme in materia di contrasto all’immigrazione irregolare, in modo che siano garantite la salvaguardia e la sicurezza di profughi, richiedenti asilo, rifugiati e in generale di tutti e tutte coloro che affrontano i pericolosi viaggi nel Mediterraneo;

–          L’abolizione del reato di ingresso e soggiorno illegale di cui all’art. 10 bis del Testo Unico Immigrazione (decreto legislativo 286/98 e successive modifiche), rivelatosi lesivo dei diritti umani, nonché del tutto fallimentare e inadeguato;

–          La modifica delle norme in materia di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, in modo che sia salvaguardata ogni iniziativa di soccorso in mare e di assistenza umanitaria;

–          L’istituzione di un corridoio umanitario che consenta ai profughi, agli sfollati, alle vittime di guerre e persecuzioni, di chiedere protezione al nostro paese anche per il tramite della rete diplomatica e consolare italiana, e di poter arrivare sul territorio nazionale legalmente e in piena sicurezza; nonché l’invio di mezzi di soccorso italiani nelle aree di partenza (specialmente in Libia);

–          La previsione di speciali misure di protezione umanitaria per i profughi della guerra civile siriana, e più in generale dei conflitti che interessano l’area sud-mediterranea, anche prevedendo il rilascio di permessi di soggiorno per motivi umanitari (come previsto dall’art. 20 del Testo Unico Immigrazione, e come già accaduto con la crisi tunisina del 2011);

–          La revisione delle politiche migratorie e delle norme in materia di ingresso e soggiorno in Italia, a partire dall’abolizione della “Bossi-Fini” del 2002 e del “Pacchetto Sicurezza” del 2009, nonché da una radicale riforma del Testo Unico sull’Immigrazione;

 

Ad aderire, a nome del Comune di Pisa, all’appello nazionale «per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo» promosso da Melting Pot Europa

http://www.meltingpot.org/Appello-per-l-apertura-di-un-canale-umanitario-fino-all.html#.UlHgRVNqPAI

 

A predisporre sul territorio comunale:

–          Un rafforzamento della rete di accoglienza destinata a profughi, richiedenti asilo e rifugiati, anche tramite l’accesso ai finanziamenti destinati dal Governo al potenziamento della rete SPRAR;

–          Un tavolo di lavoro, finalizzato all’implementazione di misure di accoglienza e di sostegno per i profughi, i richiedenti asilo e rifugiati, che coinvolga le istituzioni interessate (Prefettura, Questura ecc.) nonché le associazioni del territorio;

–          La predisposizione di speciali misure di accoglienza, che rispettino gli standard previsti dal Manuale Operativo SPRAR, in favore dei richiedenti asilo e dei rifugiati già presenti sul territorio comunale, con particolare riferimento agli ospiti del centro di accoglienza di Via Pietrasantina

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