Di seguito la mozione presentata al consiglio comunale di Pisa da Francesco Auletta, consigliere di Diritti in comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Possibile)
Urgente prevedere specifici ammortizzatori sociali per le collaboratrici e i collaboratori domestici in periodo di emergenza virus Covid19
Premesso che, secondo i dati ISTAT, sono circa 2 milioni le lavoratrici e i lavoratori domestici, in gran parte donne e prevalentemente stranieri, che svolgono attività di collaborazione familiare (colf, così dette badanti, baby sitter etc) e che assolvono una fondamentale funzione sociale, prendendosi cura perlopiù di soggetti fragili, fra cui persone anziane o con disabilità e bambini;
Tenuto conto che, secondo fonti INPS, le lavoratrici e i lavoratori domestici regolari sono 859.233 (di cui le donne sono la netta maggioranza: l’88,3%) e producono circa l’1,3% di PIL (18,96 miliardi di valore aggiunto);
Tenuto conto che, secondo le loro organizzazioni di rappresentanza, soltanto per le così dette badanti le famiglie spendono in retribuzioni, contributi, TFR, 7,3 miliardi di euro sgravando lo Stato da costi di cura, assistenza, ricoveri in struttura, che altrimenti comporterebbero una spesa aggiuntiva di 6,7 miliardi di euro;
Considerato che in Toscana sono quasi 75 mila le collaboratrici e i collaboratori familiari regolarmente iscritti all’INPS, con una prevalenza delle così dette badanti, che rappresentano il 55% del totale. In particolare per una regione come la nostra, dove è in aumento la quota degli over 75enni, queste figure professionali rappresentano una risorsa fondamentale per le famiglie, anche a fronte delle minori risorse pubbliche investite, nel corso degli anni, in politiche sociali e sociosanitarie;
Considerato che nella provincia di Pisa il totale è dii 8.277 collaboratrici e collaboratori domestici, di cui 4.567 badanti e 3.710 colf.
Considerato che, secondo il comma 2 dell’articolo 22 del Decreto Legge 17 marzo n.18, cd “Cura Italia”, il quale prevede l’esclusione delle lavoratrici e dei lavoratori domestici dalle misure di cassa integrazione in deroga;
Considerato che molte e molti di questi lavoratori rischiano il posto di lavoro, in quanto la norma cd “anti-licenziamento” prevista dall’articolo 46 del Decreto Legge ‘Cura Italia’ rimanda alla legge 604 del 1966 sui licenziamenti individuali e collettivi e non riguarda dunque il lavoro domestico;
Tenuto conto che anche la sospensione sino al 31 maggio del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria dei lavoratori domestici, previsto dall’articolo 37 del Decreto ‘Cura Italia’, appare insufficiente a disincentivare i licenziamenti, trattandosi di un semplice rinvio dei pagamenti per le famiglie e in prospettiva un accumulo di debito;
Considerato che le lavoratrici e i lavoratori domestici sono perlopiù stranieri e che l’interruzione del rapporto di lavoro, per chi convive con la persona assistita, comporta anche la perdita del vitto e dell’alloggio previsti dal contratto;
Considerato quindi che per una considerevole quota di collaboratrici e collaboratori domestici stranieri è forte il rischio che si determini una improvvisa condizione di irregolarità, senza che vi sia per loro neppure la possibilità di raggiungere i paesi di origine visto che, in molti casi, le frontiere sono state chiuse;
Tenuto conto che, secondo informazioni fornite dalle organizzazioni di rappresentanza e ottenute in via informale dal Ministero del Lavoro, si prevede di assicurare alla categoria dei collaboratori familiari la copertura prevista dall’articolo 44 del decreto legge che istituisce il “Fondo per il reddito di ultima istanza”, considerato largamente insufficiente poiché dovrebbe coprire tutti coloro rimasti senza cassa integrazione o indennità e che attualmente ha un limite di spesa complessivo di soli 300 milioni.
Il consiglio comunale chiede
al Governo di intervenire con urgenza affinché anche le collaboratrici ed i collaboratori domestici siano inclusi fra i destinatari degli ammortizzatori sociali in deroga e degli ulteriori strumenti di integrazione al reddito, al fine di tutelare questa categoria che svolge un’importante funzione sociale, prendendosi in molti casi cura di anziani, persone con disabilità e bambini.
Francesco Auletta, Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile