PREMESSO CHE
- la Siria a partire dal 2011 è stata teatro di una sanguinosa guerra civile;
- seppur in mancanza di dati certi, si stima che dall’inizio del conflitto siano oltre 500.000 i morti, di cui circa un terzo civili;
- secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari la guerra in Siria ha provocato un esodo di massa di persone in fuga dal conflitto con circa 5 milioni di rifugiati ed oltre 6 milioni di sfollati;
- nel 2014, a seguito dell’avanzata del fondamentalismo islamico, lo Stato Islamico (ISIS) è arrivato ad occupare circa un terzo dell’intero territorio siriano, tra cui il cosiddetto “kurdistan siriano” ed i governatorati di Raqqa e Deir el-Zor;
- nel 2015 la sconfitta nella battaglia della città curda di Kobane ha di fatto segnato l’inizio del “reverse course” e l’arresto dell’avanzata dell’Isis;
- le unità di difesa popolare degli YPG e YPJ, inquadrate nell’alleanza curdo-araba (SDF) sostenuta dagli Stati Uniti e parte integrante nella coalizione internazionale anti-terrorismo islamico, sono state fondamentali nella resistenza al terrore dello Stato Islamico, contribuendo alla liberazione dal Califfato delle città di Aleppo, Raqqa e dell’intero nord della Siria;
- a seguito della sconfitta dell’Isis, ad Afrin e negli altri cantoni della regione del Rojava convivono oggi pacificamente curdi, arabi, cristiani ed etnie diverse in un innovativo e moderno sistema di democrazia partecipata, paritaria e di uguaglianza tra i sessi;
- le SDF curdo-arabe non hanno mai minacciato né attaccato i confini turchi;
CONSIDERATO CHE
- lo scorso 20 gennaio la Turchia con l’offensiva militare denominata “Ramoscello d’Ulivo”, ha violato la sovranità territoriale siriana, attaccando senza alcuna motivazione e giustificazione il cantone curdo di Afrin nel nord ovest della Siria;
- già nell’estate 2016 la Turchia aveva lanciato nel nord della Siria l’operazione militare denominata “Scudo sull’Eufrate”, con la scusa di combattere Daesh, ma con il preciso obiettivo di dividere i territori del Rojava curdo;
- l’offensiva militare turca, effettuata mediante attacchi di terra e raid aerei, ha già causato decine di vittime anche tra la popolazione civile, non risparmiando neppure il campo profughi di Rubar, ospitante oltre 20.000 rifugiati provenienti dal resto della Siria;
- il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato di voler estendere l’offensiva militare a tutto il territorio abitato dai curdi nel nord della Siria;
- l’aggressione militare della Turchia rappresenta un vero e proprio crimine contro l’umanità e si sta compiendo nel pressoché totale silenzio della Comunità Internazionale e che è a rischio l’incolumità e la sicurezza di decine di migliaia di civili e di rifugiati;
- questa aggressione militare va ad aggiungersi alle distruzioni delle città curde in Turchia, al massacro di centinaia di civili, alla destituzione e all’arresto di numerosi altri Sindaci ed eletti locali in atto a partire dal 2015;
RICORDATO CHE
- dal 1952 la Turchia è membro effettivo della NATO;
- dal 2005 sono aperti i negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione Europea;
- l’Italia è uno dei principali partner commerciali della Turchia, con un interscambio commerciale di 16,2 miliardi di dollari nel 2016 e oltre 1300 società ed aziende con partecipazione italiana presenti in Turchia;
- la Conferenza dei Capigruppo del Comune di Pisa in data 7 Maggio 2015 ha incontrato una delegazione della Municipalità di Suruç composta da il Sig. Tatli Faruk, coordinatore dell’unità di crisi per Kobane della Municipalità di Suruç , il Sig.r Sensal Orhan, Co-Sindaco della Municipalità di Suruç.
Il consiglio comunale di Pisa
ESPRIME solidarietà ed il proprio sostegno alla popolazione di Afrin e dell’intero Rojava;
CHIEDE al Governo Italiano di condannare quanto accaduto e di fare pressioni sul Governo Turco per la cessazione degli attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione del cantone di Afrin e dell’intero Rojava;
CHIEDE al Governo Italiano di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune – con particolare riferimento all’Unione Europea, al Consiglio di Europa e alla Nato – la ferma condanna di quanto avvenuto e l’attivazione di tutti gli atti politici necessari per tutelare la popolazione del Rojava e il rispetto delle libertà democratiche. (s.spa.)
Francesco Auletta
Simonetta Ghezzani
Stefano Landucci
Marco Ricci