Visto il bollettino pubblicato da ARPAT in data 23/10/2023, in cui vengono pubblicate le percentuali delle stazioni di monitoraggio regionali delle acque e del biota in cui sono stati rinvenuti residui di Sostanze Perfluoroalchiliche, dette PFAS, (https://www.arpat.toscana.it/datiemappe/dati/percentuale-stazioni-monitoraggio-acque-con-residui-di-pfas).
Visto che il bollettino riporta che tali contaminanti sono stati ritrovati in concentrazioni superiori allo standard di qualità ambientale per una percentuale elevata delle stazioni di monitoraggio di acque superficiali, e in concentrazioni superiori al limite di quantificazione per un numero ancora più rilevante di stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee.
Visto che tali sostanze sono inquinanti persistenti non biodegradabili, che ne è dimostrata la tossicità e la cancerogenicità, e che è noto che possono provocare alterazioni del metabolismo e aumento dei tassi di colesterolo.
Visto che l’ingestione per via orale da acque contaminate da PFAS rappresenta la principale via di esposizione per l’organismo umano.
Visto che anche l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti d’America (EPA) ha recentemente stabilito limiti di concentrazione di PFAS nelle acque potabili pari allo “zero tecnico” come misura preventiva per la tutela della salute delle persone, e che stima che questo provvedimento tutelerà dall’esposizione circa 100 milioni di persone negli Stati Uniti.
Vista invece che la Direttiva Europea 2020/2184 sulla qualità delle acque potabili, che pone dei limiti di concentrazione alle sostanze PFAS entrerà in vigore soltanto nel 2026, da cui si evince che siamo in una situazione di vacanza normativa a fronte della pericolosità accertata di tali sostanze.
Essendo noto che tali sostanze vengono utilizzate in un numero molto ampio di processi produttivi, tra cui alcuni anche nella nostra Regione, e che, laddove questi processi produttivi sono presenti, i PFAS sono stati rinvenuti nelle acque sotterranee in concentrazioni elevate,
Considerando le responsabilità del Sindaco in materia di salute pubblica della popolazione del territorio comunale.
Il Consiglio Comunale
ribadisce che è compito prioritario tutelare la salute delle cittadine e dei cittadini e di tutti coloro che utilizzano l’acqua potabile del territorio.
Impegna quindi il Sindaco e la Giunta a richiedere:
1) alla Azienda USL e alla società Acque SpA:
– quali verifiche sull’acqua potabile sono state fatte a seguito della rilevazione dei PFAS nelle acque superficiali e profonde della Regione
– i dati relativi alle analisi delle acque potabili immesse nel territorio comunale degli ultimi 5 anni, con particolare riferimento ai parametri relativi alle sostanze PFAS;
– di intraprendere tutte le misure precauzionali necessarie per evitare di immettere nell’acquedotto acque contaminate da PFAS;
– di redigere un piano di prevenzione della contaminazione da PFAS per la tutela della salute dei cittatini, che includa specifiche analisi chimiche periodiche, eventuali forme efficaci di rimozione delle sostanze pericolose presenti e informazione alla popolazione;
2) alla Regione Toscana, avvalendosi degli organismi competenti, di effettuare un censimento delle sostanze PFAS utilizzate nei cicli produttivi e nei servizi sul territorio regionale, e che possono essere fonti di contaminazione puntuale o diffusa nelle acque, partendo dalle attività dei principali distretti industriali presenti sul territorio; richiedendo che i risultati di tale censimento vengano resi pubblici.
3) alla Regione Toscana di promuovere, a scopo preventivo, una iniziativa legislativa o un accordo con le associazioni di categoria volti ad ottenere la sostituzione delle sostanze PFAS, utilizzate sul territorio regionale a qualsiasi titolo sia nei processi produttivi che nei servizi, con prodotti non pericolosi per la salute, con priorità per gli utilizzi che possono essere fonte di contaminazione diretta o indiretta delle acque.
Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare