Solo poche settimane fa, abbiamo ricevuto la non risposta del Sindaco Conti in merito ai lavori sostenuti dalla NATO tramite la Support Procurement Agency (NSPA) per il consolidamento delle sponde di un tratto del canale dei Navicelli. La nostra richiesta era semplice: conoscere l’esatto ruolo della NATO e dell’agenzia ad essa collegata per il supporto e gli appalti nella realizzazione di tali lavori sul nostro territorio, e i rapporti con il Comune di Pisa.
Il Sindaco Conti si è detto sostanzialmente inconsapevole dei lavori e, cosa ancora più grave, disinteressato trattando tali opere come se fossero interventi di un soggetto privato qualsiasi: la committenza come esposto dai cartelli dei lavori è la Nato, ma a presentare la richiesta al Comune è stata la PortAuthority, società detenuta al 100% dal Comune di Pisa.
La cosa stride con il fatto che la genesi di questi lavori ha inizio già nel 2020 quando l’allora amministratore unico della Navicelli Srl esultava per l’accordo raggiunto con il Governo USA. La pianificazione è continuata in tavoli congiunti tra tecnici e assessori del Comune di Pisa e generali e ingegneri Americani, come sottolineava nell’estate del 2021 l’allora vicesindaco Bonsangue “il rapporto di amicizia con gli Stati Uniti è solido e questo intervento conferma anche la reciprocità di attenzione”. E ancora Salvatore Pisano, ex-presidente prima della Navicelli srl e poi della Port authority di Pisa a inizio di quest’anno dava qualche dettaglio in più: “si tratta di un intervento riguardante l’installazione di palancole per 500 metri nell’area di Camp Darby e per possibili altri 200 metri sulle sponde destra e sinistra nella zona del Tombolo dock” per un appalto di 2 milioni di Euro, a cui il Governo Usa “compartecipa”, ma non sappiamo con precisione in quale misura. Si sa invece che il canale dei Navicelli è lungo 17 km e i soldi pubblici per le opere di dragaggio e messa in sicurezza -come si evince dal bilancio previsionale della Port Authority Pisa- previsti nel prossimo triennio sono intorno ai 20 milioni di euro su 30 milioni complessivi per la manutenzione del canale (compresi 300mila euro per la manutenzione del ponte mobile di Tombolo, quello sempre voluto e finanziato dall’amministrazione Statunitense per il potenziamento della rete ferroviaria che collega il porto di Livorno alla base militare di Camp Darby).
Siamo di fronte a un ulteriore ampliamento delle vie di trasporto armi da e verso il più grande deposito di armi statunitense fuori dal suolo americano. L’interesse Americano si spiega attraverso le frasi dei suoi generali d’arma:
“Migliorare la capacità della Difesa Americana e del Comando Europero di mettere le munizioni di cui i soldati hanno bisogno nel modo più rapido ed efficace possibile, collegando meglio il deposito di armi di Camp Darby con le linee ferroviarie d’Europa.[comandante della US Army Garrison Italy Mattew Gomlak]
“Abbiamo ottimi partenariati e rapporti (con le autorità portuali) in tutta l’Europa meridionale e qui a Livorno”, ha affermato il tenente colonnello Carey Way, comandante dell’839° battaglione trasporti. “Operazioni portuali come queste sono complesse e le partnership che costruiamo e manteniamo nei porti marittimi sono vitali per eseguire la manovra strategica delle unità dell’Esercito”.
A fare da regia a queste operazioni proprio la NATO Support Procurement Agency (NSPA), come abbiamo scoperto. L’NSPA è l’organizzazione guida della Nato per l’acquisizione di piattaforme complesse, come aerei, elicotteri e sistemi senza equipaggio, il supporto e il sostegno con servizi come fornitura di carburante, pezzi di ricambio, munizioni e la manutenzione di radar per la difesa aerea. É il soggetto attuatore degli interessi statunitensi e Nato sul territorio che però è finanziato sul nostro territorio proprio dal Governo Italiano, in particolare dall’Aeronautica Militare e quindi dal Ministero della difesa.
Solo nello scorso anno 2023 questa multinazionale ha preso appalti per 5.824.900,00 (quasi 6 milioni di euro) per “Supporto tecnico logistico finalizzato al mantenimento in condizioni operative dei sistemi di addestramento dell’International Training Centre della 46^ Brigata Aerea con l’obiettivo dichiarato di garantire l’addestramento e la prontezza operativa degli equipaggi impiegati sui velivoli C-130J che operano in supporto alle Operazioni Fuori dai Confini Nazionali (O.F.C.N.) ed in altri contesti internazionali ad elevata operatività”.
In sostanza nella pianificazione del territorio l’amministrazione locale si siede al tavolo con tecnici e militari statunitensi a decidere quali interventi fare per il potenziamento della rete di trasporto ferroviario e marittimo, ma quando un consigliere comunale chiede informazioni in merito alle opere pubbliche realizzate, si rimanda la risposta per quasi un anno per poi di fatto non dare alcuna informazione o spiegazione. Intanto a mezzo comunicati stampa la Giunta esalta l’amministrazione statunitense come benefattrice sul territorio, provando a consolidare l’idea della necessità e del beneficio della presenza di infrastrutture militari straniere su suolo italiano, quando nei fatti il contributo dato è assolutamente marginale rispetto alle risorse pubbliche investite e che di fatto sono opere di cui è la base militare a beneficiare vedendo ampliata la capacità delle infrastrutture di trasporto del territorio. Infine anche quel piccolo contributo alle opere pubbliche, è totalmente coperto per altre via da risorse destinate al potenziamento bellico e finanziate sempre dallo stato italiano attraverso un’agenzia Nato che ha il monopolio della gestione dei servizi di manutenzione e supporto per cui è sempre possibile affidare direttamente la gestione delle commesse a tale soggetto di natura privata.
Per questo abbiamo depositato un argomento in Seconda Commissione di Controllo e Garanza con l’audizione del Presidente della PortAutorithy per chiarire il ruolo della principale agenzia logistica e di approvvigionamento della Nato sul canale dei Navicelli e i rapporti che questa ha con la società e con il Comune di Pisa. Una iniziativa che si inserisce nella nostra più ferma opposizione alla militarizzazione crescente del nostro territorio, e alla nostra opposizione alla Nato e alle sue politiche di guerra nel mondo.