Nel piano paesaggistico una battaglia per l’ambiente e per la politica

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Dal Forum Salviamo il Paesaggio una riflessione sul percorso che ha portato all’elaborazione del Piano Paesaggistico della Toscana. Con il rischio ora, dice Corsini, di trasformare la partita in un rubamazzo

Ho seguito il lavoro sul Piano del Paesaggio, diretto dall’Assessore Marson, rimanendo felicemente sorpreso per come, in una epoca dove la politica è sacrificata sull’altare della velocità e il bene comune spesso ridotto a “sviluppo”, si siano seguite in questo caso strade felicemente diverse.
Un cammino fatto di partecipazione, incontri, riunioni, scontri e mediazioni, tutto finalizzato alla costruzione di un elaborato finale che non fosse una ‘imposizione’
È sicuramente lecito e doveroso ricordare che sul risultato finale si sono registrati i consensi della cultura urbanistica e paesaggistica più avvertita. Ma io trovo ancora più qualificante il fatto che il percorso che si è voluto seguire sia stato un cammino fatto di partecipazione, di incontri, riunioni, di scontri e mediazioni, tutto finalizzato alla costruzione di un elaborato finale che non fosse una “imposizione”, prescindendo dalla qualità delle disposizioni.
Poiché quello che si intende tutelare è un bene presidiato dalla costituzione, avremmo potuto attenderci anche una minore propensione all’ascolto delle istanze locali e delle single categorie. Invece non è stato così. Cammin facendo son sorti dissidi che parevano incomponibili, scontri duri con gli agrari, con i viticoltori, con le aziende del marmo.
Le organizzazioni di produttori vitivinicoli, in una fase del lavoro, attaccavano il PIT, accusato di imbalsamare la vitivinicoltura. In realtà le produzioni di vite per il vino sono contingentate e i nuovi impianti sono pressoché vietati, e questo con il consenso di tutto il mondo del settore, che in questo modo intende anche difendere il valore di quanto produce. Agricoltori e vignaioli hanno presto convenuto che la fortuna del prodotto toscano non è più tanto legata alla possibilità di sviluppare aggressive strategie di marketing e intensificazione della produzione, quanto quella di far crescere nel mondo la conoscenza e la capacità di apprezzare il “terroir”, l’intero sistema che genera questo prodotto, il paesaggio toscano in particolare.
Insomma si è giocata una partita complessa, fatta di alta politica: ci sono voluti degli anni e tanta capacità di ascolto, di mettere a valore le politiche di settore che, negli anni, la Toscana ha saputo costruire in tutte le attività che interagiscono con paesaggio.
L’insopportabile sensazione che si voglia dire ‘basta giocare, ora facciamo sul serio’
Che senso ha che ora questa partita si trasformi in un rubamazzo, in un “carta pigliatutto” per il quale alla fine il Consiglio Regionale distrugge tutto? Si pensa davvero che questo aiuti a ridare fiducia alla politica, alla partecipazione, a questa sinistra?
L’insopportabile sensazione che si voglia dire “basta giocare, ora facciamo sul serio”, si mischia con la indignazione nel veder rispuntare nell’emendamento Pd temi e proposte che una volta solo altre forze cavalcavano e che non hanno mai passato il vaglio di un qualunque organismo locale: valgano per tutte le norme per consentire e semplificare le costruzioni di piscine sugli arenili.
Abbiamo sempre pensato che le battaglie per l’ambiente e per il paesaggio hanno una natura trasversale e abbiamo imparato che i nemici del territorio si trovano in tutti gli schieramenti. Però ci sono un’etica, un metodo, una coerenza che per la politica costituiscono un obbligo; negli ultimi tempi troppi segnali ci dicono che la politica non la pensa più così. Per la sinistra può diventare una tragedia.

Fabiano Corsini
Forum salviamo il paesaggio

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