Nei giorni scorsi la giunta ha approvato il piano attuativo per costruire, come consentito dal regolamento urbanistico ed in particolare dalla variante approvata nel 2009, un nuovo insediamento residenziale e commerciale di fronte alla Coop di Cisanello. Questa sì, senza tema di smentita, la possiamo definire una nuova (e inutile) colata di cemento!
Un terreno vergine, con verde incolto, alberi, essenze spontanee, un patrimonio che con pochissimo potrebbe essere messo a disposizione della città, verrebbe impermeabilizzato per più dei due terzi per realizzare un enorme piazzale di asfalto e un nuovo scatolone commerciale anonimo, inutile, avulso dal quartiere. Purtroppo l’ennesimo lungo quella strada, dopo la caserma della finanza e la casa dello studente in corso di realizzazione.
La zona in questione avrebbe bisogno di tutt’altro: ad esempio rendere urbana e attraversabile una strada (via Nenni – via Luzzato) che attualmente sembra più una superstrada in città: inutilmente a quattro corsie, senza alberi né pista ciclabile; pensare a nuove funzioni sociali che siano ad esempio in collegamento con il polo scolastico in via di ripensamento (concetto marchesi). Cercare insomma di utilizzare gli spazi rimasti per restituire organicità e vivibilità ad un quartiere che, a causa di scelte sbagliate di anni passati, presenta molte criticità, ma che potrebbe invece diventare vivo e vivibile, visto che vi abitano molte persone e che ancora conserva importanti aree verdi.
Il progetto invece ripropone il solito vecchio modello: tot metri quadri, tot volumetrie, tot parcheggi. Poteva essere riproposto tale e quale in qualsiasi parte della città!
Noi crediamo che invece queste debbano essere occasioni per rispondere ai bisogni e alle esigenze della città e di chi la vive tutti i giorni: davvero c’è bisogno di un nuovo centro commerciale a pochi metri da due supermercati (Coop e PAM) e una terza struttura commerciale (Arcobalò)? Noi crediamo di no.
La giunta chiede in cambio la realizzazione di due rotatorie, che se possibile andranno a peggiorare ulteriormente la vita di chi vive in quelle zone e vorrebbe poter utilizzare la bicicletta o i piedi per muoversi: i semafori faranno spazientire gli automobilisti, ma salvano la vita a chi deve attraversare, non è pensabile che in città debbano essere tutti viali di scorrimento.
Come si pensa poi di affrontare in questo modo il problema dei cambiamenti climatici, che ci espongono sempre più spesso a piogge intense e ondate di calore, se continuiamo ad asfaltare tutto e a non alberare le strade principali? Si spendono soldi in campagne pubblicitarie per utilizzare i mezzi pubblici e la bicicletta: bene, ma non serve a nulla se poi si continua a proporre il modello in cui tutti ci muoviamo in macchina, con aria condizionata, in barba a cosa succede fuori; bisogna costruire una città che lo renda facile e piacevole!
Per tutti questi motivi, chiediamo il ritiro e il ripensamento del progetto a cui ci opponiamo totalmente: quell’area ha bisogno di un progetto complessivo che si integri con tutta la zona. Crediamo che sia l’ora di una nuova idea di città, una nuova urbanistica vicina alle persone, che evidentemente l’attuale maggioranza del PD non è in grado nemmeno di immaginare.
Una città in comune