“No animali, no stranieri”. Gravissimo episodio di razzismo a Pisa. Segnalazione all’Unar e convocazione di una commissione ad hoc contro la discriminazione

“No Animali, no stranieri”. È questo l’annuncio pubblicato da una Agenzia immobiliare nella nostra città e denunciato dal Sunia. Siamo davanti all’ennesimo inaccettabile caso di discriminazione e razzismo nell’accesso alla casa per la cittadinanza di origine straniera.

La questione sull’accesso alla casa per le persone di origine straniera è sempre stata e rimane di fondamentale importanza oltre che un nodo cruciale in cui più spesso si discrimina.

Basti pensare che anche sul fronte istituzionale diverse Leggi Regionali, tra cui anche la Legge Regionale Toscana, sull’accesso agli alloggi popolari hanno negli anni discriminato sempre la componente straniera, chiedendo requisiti di residenza pluriennali e ulteriore documentazione agli stranieri.

Nel mercato immobiliare privato la situazione rimane comunque fortemente discriminatoria.

Secondo il report “Quando discriminano le istituzioni: uguaglianza, diritti sociali, immigrazione” elaborato all’interno del “Progetto L.A.W. – Leverage the Access to Welfare”, progetto di ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e del Centro Studi Medì di Genova pubblicato nel Marzo 2023, si legge come “A 2 persone su 3 (66,7%) l’affitto di un alloggio è stato precluso perché il proprietario non era disposto ad affittarlo ad una persona straniera. Altrettanto diffuso è il caso, anch’esso di discriminazione diretta, dove il padrone di casa ha chiesto garanzie aggiuntive (ha riguardato il 50,2% degli intervistati). Sulla stessa scia si pongono quei comportamenti che il proprietario mette in atto in base al presupposto che una persona immigrata, in quanto tale, sarà meno puntuale nei pagamenti o arrecherà maggiori danni all’appartamento, motivo per cui chiede il versamento di un numero più alto di mesi di anticipo rispetto a quanto farebbe con una persona italiana (28,7%) o addirittura chiede un affitto più alto (27,6%)”

A Pisa e dintorni, non è certo il primo episodio, ma la discriminazione nell’accesso alla casa è un fenomeno stabile che denunciamo da sempre e che si traduce in fenomeni di razzismo dai più evidenti ai meno plateali, ma che pur sempre rientrano in quelli che sono veri e propri atti di discriminazione per provenienza.

E’ ormai intollerabile anche questo “alzare le braccia” delle varie agenzie immobiliari che si nascondono dietro il “volere dei proprietari”, perchè le agenzie immobiliari dovrebbe avere presente anche quanto è prescritto dalla Legge e comunicarlo ai/alle propritari/e.

Infatti l’art. 43, comma 2, lett. c) del TU qualifica come discriminazione “il rifiuto di fornire l’alloggio allo straniero, soltanto in ragione della sua condizione di straniero” senza distinguere se il rifiuto viene opposto “in proprio” o a causa della decisione di un terzo (il proprietario).

Sempre secondo lo studio sopracitato “Anche le agenzie immobiliari operano con criteri discriminatori, scoraggiando l’accesso alle persone straniere (32,6%) in vari modi: ad es. proponendo meno alloggi da visitare, dicendo che l’appartamento è già stato affittato anche quando l’inserzione è stata appena pubblicata o dicendo esplicitamente che i proprietari non affittano a persone di origine straniera, come riportano le stesse testimonianze degli intervistati.”

Per questo faremo una segnalazione all’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e convocheremo in commissione i rappresentanti delle associazioni dei proprietari e delle agenzie immobiliari per un netto e definitivo stop a pratiche discriminatorie.

Ciccio Auletta – consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune- Unione Popolare

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