Non sparate sull’alternanza

lunedì
21 maggio 2018
Testata:
CORRIERE FIORENTINO ECONOMIA
Pagina:
II

In 3anni i progetti scuola-lavoro in Toscana hanno coinvolto decine di migliaia di studenti e quasi 3 mila imprese
I sindacati protestano puntando il dito sugli «abusi» delle aziende che invece di formare i ragazzi
li sfrutterebbero come manodopera a costo zero. Ma i numeri? Sorpresa: le denunce sono lo 0,0001 per cento

di Silvia Ognibene

Novantamila studenti e quasi tremila imprese coinvolte, molto entusiasmo e altrettante polemiche. Introdotta nel 2015, per l’alternanza scuola-lavoro questo è stato il suo anno «a regime», con tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori coinvolti in progetti di orientamento per 400 ore (nel caso degli istituti tecnici) e 200 ore (per i licei).

Solo nell’ultima settimana hanno annunciato la conclusione dei progetti la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha mosso il colosso dell’aerospazio Boeing per avvicinare i giovani alla biorobotica; la scuola Russel Newton di Scandicci che ha lavorato con la pelletteria Sapaf 1954 per creare una collezione di borse artigianali; l’Istituto Pacini di Pistoia che ha fatto simulare tre imprese cooperative agli studenti grazie alla collaborazione con la Federazione Toscana delle Bcc e Confcooperative regionale.

Ma non tutti sono soddisfatti. Sono arrivate anche le denunce di storture e abusi che secondo la Cgil di Firenze si anniderebbero nelle pieghe dell’alternanza, storie di sfruttamento dove i ragazzi invece che essere aiutati ad orientarsi sostituiscono i lavoratori. Il sindacato ha raccolto le testimonianze di alcuni studenti e le ha pubblicate sul proprio sito, in forma anonima, con nomi di fantasia. C’è Marco, 19 anni, che ha fatto il cameriere gratis per tutta l’estate; Paolo (17 anni) che ha passato il tempo a fare qualche fotocopia in uno studio medico; Anna che assembla le scatole in un’azienda di moda. «Il problema di base è che si tratta di un sistema rigido con un monte ore da fare obbligatoriamente, pena la non ammissione agli esami di Stato – dice Gianluca Lacoppola della Cgil di Firenze – L’obbligo però non sussiste per le imprese che spesso non sono pronte o non hanno i requisiti, e questo genera distorsioni. Capita anche che la scuola non riesca a costruire un percorso formativo di buon livello e chieda allo studente di trovarsi qualcosa da solo pur di svolgere le ore obbligatorie. Questa non è buona alternanza».

Di certo le imprese potrebbero fare di più. Su 300 mila aziende attive in Toscana, sono soltanto 2.700 quelle iscritte nel registro dei soggetti disposti ad accogliere gli studenti. E non sempre hanno ben chiaro cos’è davvero l’alternanza scuola-lavoro e, quindi, il corretto comportamento da tenere. «L’alternanza non è lavoro – spiegano da Unioncamere Toscana – È la sottoscrizione di un patto formativo tra la scuola, l’imprenditore e la famiglia che si basa su un dialogo e un confronto costanti. L’obiettivo è accompagnare gli studenti nell’apprendimento, consolidando la formazione scolastica, e metterli in contatto con il mondo del lavoro perché possano poi fare scelte consapevoli. In Toscana non abbiamo avuto segnalazioni di casi di sfruttamento: ci sono stati fraintendimenti, alcune esperienze poco positive, ma sono pochissimi casi e in tutti, una volta incontrata l’azienda, abbiamo capito che l’imprenditore aveva agito in buona fede».

Va fatto capire anche alle imprese che l’alternanza non è né un tirocinio né un apprendistato gratis: per questo la Camera di commercio di Firenze, l’Associazione Industriali e Confcooperative hanno appena avviato brevi incontri formativi rivolti agli imprenditori. Cosa ci guadagna un’azienda dal prendersi a cuore, almeno in parte, le sorti educative di un giovane? «Va vissuta come una forma di responsabilità e sensibilità sociale», dicono da Unioncamere. Il senso morale però con qualche soldo potrebbe funzionare meglio e quindi sono in arrivo i primi fondi perle aziende che accolgono i giovani: le Camere di Commercio della Toscana stanno pubblicando in questi giorni i bandi (le imprese potranno presentare le domande dal primo giugno al 3o novembre) per finanziare con voucher da 6oo euro 40 ore di alternanza. La Camera di Commercio di Firenze era già partita l’anno scorso aderendo ad un progetto nazionale.

Il sistema va affinato, ma i numeri mostrano che funziona: «In Toscana abbiamo coinvolto go mila studenti in tre anni e abbiamo ricevuto tre segnalazioni informali da parte delle famiglie, mentre il `bottone rosso’ (il meccanismo di segnalazione di abusi attivo sul sito del Ministero che gli studenti possono attivare per far partire i controlli, ndr) è stato usato una sola volta», dice Roberto Curtolo, dirigente dell’ufficio scolastico regionale.

Dal 2017 l’alternanza è obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori: circa 1 milione e mezzo di ragazzi in Italia. In Toscana sono 90 mila gli studenti e 2.700 le imprese coinvolte, 36 i protocolli firmati tra la scuola e le realtà ospitanti: non solo aziende, ma anche musei, teatri, associazioni.

Condividi questo articolo

Lascia un commento