Con 164 pagine la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica boccia nuovamente il progetto di questa grande opera fortemente voluta da Toscana Aeroporti e sostenuta in tutti questi anni sia dal centrodestra che dal centrosinistra.
Non si contano le osservazioni e le richieste di integrazione che dimostrano una volta di più che la nuova pista è irrealizzabile: per il consumo di suolo, le criticità sul piano idrogeologico, i pesanti impatti ambientali sul parco della Piana e sulla salute sulla popolazione. Esplicito il richiamo agli effetti della cementificazione rispetto all’alluvione vissuta così recentemente proprio nella piana fiorentina. Viene inoltre smontato l’impianto delle compensazioni proposte, mettendo in evidenza anche l’assenza degli strumenti urbanistici necessari.
Ma non solo, i tecnici del Ministero commentano così la decisione di Toscana Aeroporti di non analizzare l’opzione zero, cioè di non realizzare l’opera: “le motivazioni con cui il proponente ha escluso di considerare l’opzione zero non sono corrette dal punto di vista logico e normativo”.
In altre parole, nulla dimostra che la nuova pista è irrinunciabile: di conseguenza, è chiaro che la posizione di Toscana Aeroporti è legata esclusivamente ai propri interessi, sostenuta unicamente per soddisfare le mire espansive e speculative della multinazionale Corporacion America.
Dopo la bocciatura del precedente progetto da parte del Consiglio di Stato abbiamo un’ulteriore conferma della fondatezza della lotta che da anni portiamo avanti con associazioni, movimenti, comitati, Comuni della Piana fiorentina contro questa grande opera: sono buone, buonissime, le ragioni di chi ha sempre denunciato che l’impatto della nuova pista di Peretola sarebbe insostenibile per il territorio.
Si tratta anche di una sconfitta cocente per gli interessi politici trasversali, dal PD alla Lega, da Giani e Nardella, da Renzi a Salvini, che si sono mobilitati con ogni forzatura possibile per sostenere questo progetto: non è un caso che lo stesso Giani perseveri, nonostante tutto, nell’idea dell’avvio dei lavori entro il 2024, né che lo stesso Ministro Salvini nei giorni scorsi, dopo la redazione del parere della commissione, abbia confermato lo stanziamento di 50 milioni di soldi pubblici per l’infrastruttura. Occorre quindi tenere altissime l’attenzione e la vigilanza di fronte a nuove possibili forzature e ad una commistione di interessi sempre più forte che pone al centro la speculazione e il profitto privato anziché la tutela del territorio, della cittadinanza e del lavoro.
A questo punto, contrariamente a quanto dichiarano gli esponenti del centrodestra e del centrosinistra, l’unica cosa da fare è stralciare il progetto della pista dal nuovo piano generale di sviluppo di Toscana Aeroporti (il famigerato Masterplan). I soci pubblici devono quindi chiedere immediatamente l’assemblea dei soci di Toscana Aeroporti e del CdA a questo scopo. Chiediamo quindi che il Sindaco Conti, il Presidente della Provincia Angori e la Regione Toscana formalizzino subito questa richiesta, che porteremo con una mozione urgente già nel prossimo Consiglio comunale.
E’ necessario, infatti, riaprire una grande discussione pubblica sul sistema aeroportuale toscano e sul suo futuro, rimettendo al centro gli interessi pubblici e delle comunità e ponendo in primo piano la questione degli impatti ambientali e delle alternative progettuali a partire anche dall’opzione zero. In questo senso, è tutto il sistema del trasporto pubblico che va ripensato, promuovendo, potenziando e dirottando gli investimenti verso la mobilità su ferro.