Apprendiamo dalla stampa che a Cisanello si lavora alla costruzione di un ulteriore supermercato: a giorni partiranno i lavori per la realizzazione di un Penny Market nello spazio a fianco delle torri abbandonate di Bulgarella. Altro suolo impermeabilizzato a fini commerciali, senza che di questo si senta alcuna necessità, senza che su questo la cittadinanza possa esprimersi in alcun modo.
Questo proliferare di supermercati (ricordiamo che se ne voleva costruire uno anche all’interno dell’area del Parco di Cisanello, fortunatamente sventato dalla pressione dei cittadini!!) è il frutto avvelenato delle liberalizzazioni di Bersani: infatti sotto i 2.500 mq tali strutture commerciali possono essere aperte dovunque sia prevista quel tipo di destinazione. Da allora una concorrenza a colpi di scatoloni di cemento sta devastando le città, compresa la nostra.
La beffa è che ciò che costituisce l’ennesima operazione senza senso da un punto di vista socio-economico (a che serve un nuovo centro commerciale in zona? come fanno a svilupparsi negozi di vicinato se mettiamo supermercati ovunque?) e che avrà ricadute ambientali negative per l’area ci viene invece presentata, come sempre, come occasione di recupero di un’area degradata e come occasione di lavoro.
In un paese in cui il consumo di suolo è il più alto d’Europa, in un quartiere che vede la concentrazione delle operazioni urbanistiche più disastrose (una sorta di esempio di come NON si fa urbanistica), anziché rivedere le previsioni attraverso strategie innovative, si procede sulla base di quanto era inserito “nel piano regolatore già dagli anni Ottanta” (cit. Tirreno 11-10-2017), previsioni – aggiungiamo noi – riconfermate dalle recentissime varianti al regolamento urbanistico. Niente che abbia prodotto lavoro duraturo o di qualità, né vita di quartiere e socialità, né sviluppo del piccolo commercio di prossimità, né ambienti belli e riqualificati.
Questa notizia inoltre, carica ancor più di responsabilità la decisione della Giunta Comunale di approvare il Piano Attuativo di Unicoop Firenze per un nuovo centro commerciale a Cisanello: a maggior ragione si deve fermare, quanti ne vogliamo? quando ci fermeremo?
Purtroppo paghiamo il prezzo di scelte urbanistiche disastrose, di un procedere per varianti e operazioni di mero maquillage di piani ormai vecchi, che non colgono più una mutata realtà cittadina ma che vengono tenuti in vita per portare a compimento operazioni di valorizzazione immobiliare che nulla hanno a che vedere con la qualità della vita, ma che anzi sostituiscono al (colpevole) abbandono delle aree incolte un degrado irreversibile.
Noi invochiamo un altro approccio, che faccia partecipare i cittadini, che ragioni sulla possibilità di recuperare e collegare il verde riqualificando le aree eventualmente degradate e dando un volto diverso al quartiere, che sappia cogliere le occasioni di portare servizi e creare luoghi vissuti, perché anche gli edifici tornino ad avere un valore per tutti, non solo quello economico per chi li realizza. Sottolineiamo come in questo caso si generi davvero lavoro: lavoro per la manutenzione del territorio e per il benessere delle persone, stabile e di qualità. Questo è la “rivoluzione” che abbiamo intenzione di mettere campo quando amministreremo la città.
Marco Ricci – Francesco Auletta (Gruppo consiliare Una città in comune – Rifondazione Comunista)