E’ emergenza climatica: occorre una strategia per l’adattamento

Stiamo assistendo ad una nuova ondata di eventi atmosferici che ha colpito tutta la Toscana. Piogge come raramente se ne vedono da Prato a Campi Bisenzio a Livorno passando per Pontedera, raffiche di vento impressionanti che abbattono alberi un po’ ovunque, la mareggiata che invade e allaga Marina di Pisa. Questi eventi hanno colpito tutti i diversi territori che di fronte alla loro portata si trovano ad essere inermi e senza strumenti efficaci. Eventi eccezionali si direbbe, ma che ormai eccezionali lo sono sempre meno, e con i quali dobbiamo decidere di fare i conti.

Ora è il momento dell’emergenza, e siamo vicini alle famiglie delle vittime, a chi ha subito danni e, per quanto possibile, cerchiamo di fare la nostra parte per veicolare le informazioni e agevolare la macchina della protezione civile.
Ma è anche il momento di richiamare i governanti alle responsabilità passate, presenti e, soprattutto, future.

Se infatti di fronte all’emergenza, imprevedibile nei dettagli, ci rendiamo conto che sia difficile operare, questo non è tollerabile quando in emergenza non siamo ed è il momento di pensare e pianificare l’assetto dei nostri territori.

Dove sono i piani di adattamento al cambiamento climatico dei Comuni? La città di Pisa ha ormai abbandonato il percorso del Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia: con una sorta di supponenza negazionista lo ha ritenuto non necessario. Lo ritiene ancora inutile? La Valutazione dei Rischi e delle Vulnerabilità dei territori e le relative Strategia di Adattamento (previste dal Patto dei Sindaci) sono strumenti oggi indispensabili per pianificare le azioni necessarie per non farsi trovare impreparati. Molti strumenti di valutazione del rischio esistono già, come il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA) e il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dell’Autorità di Bacino Distrettuale, i quadri conoscitivi dei Piani Strutturali e altri ancora. Ma manca poi la volontà politica di trasformarli in azioni concrete per modificare l’assetto dei territori al fine di renderli in grado di reggere ad eventi come quelli di questi giorni.

Davvero si pensa di costruire un nuovo aeroporto nella piana di Peretola, o un nuovo autodromo nella piana di Pontedera nell’ambito della nuova base militare? Sono tutte zone in questo momento sott’acqua e che lo saranno nuovamente al ripetersi di eventi di questa portata. La loro urbanizzazione non solo renderà vulnerabili le nuove opere, ma anche tutti i territori circostanti che dovranno gestire anche le acque non più accolte dai terreni impermeabilizzati.

Ma lo stesso lo possiamo dire per i terreni ancora liberi alla periferia di Pisa, oggetto di numerosi progetti di cementificazione: quanto sono utili quei campi per raccogliere le acque in eccesso di momenti di massima piovosità? Se non potranno più allagarsi, come sarà gestita l’acqua in eccesso?

Da anni chiediamo alle amministrazioni prima di centrosinistra e ora di centrodestra di farsi carico di queste problematiche all’interno degli strumenti urbanistici: dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra, ma anche prepararci per i cambiamenti climatici in atto, ma nel Piano Strutturale Intercomunale di recente approvazione e nell’avvio del procedimento del nuovo Piano Operativo che a breve arriverà in Consiglio Comunale su questo non c’è una parola, anzi si prevedono nuove ed impattanti cementificazioni in tutta la città.

Purtroppo questi eventi saranno sempre più frequenti, lo sappiamo da tempo. Fino ad oggi gli allarmi degli scienziati, dei giovani di Fridays for Future, sono stati inascoltati, così come le nostre mozioni e ordini del giorno.

Rivolgiamo un appello alla nostra amministrazione comunale e a tutte le amministrazioni della Provincia e della Regione, di smetterla con la strada del consumo di suolo e delle grandi opere e di cambiare completamente le priorità politiche. Perché queste tragedie si combattono sul campo con la protezione civile nell’emergenza, ma si possono evitare solo nelle aule della Politica.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare


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