«Ora si combatte casa per casa». Roccaforti rosse al ballottaggio: a Siena la corte agli elettori M5S

lunedì
11 giugno 2018
Testata:
CORRIERE DELLA SERA
Pagina:
9

Amministrative ì 2018

di Marco Imarisio

Siena, Pisa e Massa, i tre capoluoghi del feudo rosso per eccellenza dove si è votato, andranno al ballottaggio.

A Siena M5S non si è presentato, per una questione di mancata certificazione della lista locale. E così il sindaco uscente Bruno Valentini ha cercato di occupare il suo spazio, 6.ooo voti alle ultime politiche, lanciando la proposta di far tornare pubblica l’azienda municipale dell’acqua, antico cavallo di battaglia pentastellato. Luigi De Mossi, benedetto e patrocinato da Matteo Salvini in persona, che si gioca per una manciata di voti il secondo turno con la sorpresa si è giocata sul tema della sicurezza, con gli episodi degli ultimi giorni, come un carabiniere picchiato da due venditori abusivi, che certo non hanno rasserenato il clima. Il candidato del centrodestra Michele Conti, ex Alleanza nazionale ora iscritto alla Lega, ha ottenuto il miglior risultato di sempre del suo schieramento. Il sorriso di Susanna Ceccardi, sindaca ultraleghista di Cascina, dice molto, anzi tutto. «Inutile negare che dopo il 4 marzo c’è stato un avvicinamento con i Cinque stelle, e sono convinta che molti dei loro elettori voteranno per Conti».

A Massa tirava addirittura aria di terzo posto per il Pd. I dati delle ultime politiche, dove la Lega è passata dal 0,70% al 20,7%, avrebbero tenuto il sindaco uscente, Alessandro Volpi, fuori dai giochi. Invece il consueto calo di M5S alle amministrative ha trasformato la corsa in un testa a testa tra Volpi e l’avvocato Francesco Persiani, candidato civico scelto dalla Lega. In una città che ha il 48 per cento di disoccupazione tra i giovani, decideranno proprio gli «astenuti» penstastellati. Mai come a queste amministrative le sorti dei tre capoluoghi nell’ormai ex riserva indiana del Pd saranno decise dai nuovi equilibri nazionali. E anche in Toscana ormai non ci sono gli operai e i muratori di una volta.

“Tanto qui potremmo far eleggere il primo operaio che passa». L’ultima volta che il ritornello delle cosiddette roccaforti della sinistra, declinato in ogni modo e professione possibile, echeggiò a Siena fu cinque anni fa nella Sala dei mutilati, gloriosa istituzione cittadina, durante un autoprocesso dei vertici locali del Pd, travolti dallo scandalo Mps.

Nel loro piccolo, anche la campagna elettorale delle amministrative toscane di quest’ultimo mese, una furiosa rincorsa democratica alla riduzione del danno, e il conseguente voto di ieri, dimostrano come non esistano più porti sicuri, almeno per il centrosinistra. I muri delle roccaforti stanno crollando, e anche con una certa velocità. Dopo le politiche dello scorso 4 marzo, uno studio dell’Istituto Cattaneo aveva certificato l’evaporazione della zona rossa dell’Italia centrale. Con una sola eccezione, la Toscana. Forse è già arrivato il momento di riaggiornare le mappe.

Pierluigi Piccini, l’ex primo cittadino a capo di una lista civica. «Ormai si combatte casa per casa» riconosce Valentini, curioso caso di sindaco mal sopportato dal Pd di ogni corrente, e che ora diventa l’ultimo baluardo da difendere.

Nella Pisa dei dieci aspiranti sindaci e dei 611 aspiranti consiglieri comunali, un record, il ballottaggio si annuncia molto scivoloso per il Pd. Andrea Serfogli, il nome che nessuno nel Pd voleva, ci è arrivato quasi da solo. L’ex assessore con fama di duro «legge e ordine» risulta indigesto per queste caratteristiche anche alla sinistra-sinistra.

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