Ordine del giorno: Prospettive Reti Ambiente: verso una gestione in house dei rifiuti

Visti

  • il D. Lgs 152/2006 che individua nell’autorità dell’ambito territoriale ottimale le funzioni di regolazione in materia di gestione dei rifiuti urbani
  • la L.R n.69 del 28 dicembre 2011  che ha istituito l’Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani dell’ambito territoriale ottimale “Toscana Costa” e che tuttavia tale autorità non ha ancora provveduto all’affidamento tramite la gara a doppio oggetto del servizio a un gestore unico di ambito

Considerato che l’annullamento della gara dopo sei anni rappresenta un fallimento della stessa autorità e considerate le recenti posizioni di numerosi sindaci dell’ATO Costa che hanno chiesto  il radicale cambiamento delle prospettive dell’ATO prefigurando la possibilità di una gesione in house del servizio

Considerato anche che si stima una minore esigenza di investimenti in relazione ad una nuova visione di gestione del ciclo dei rifiuti le obiezioni a tale proposta stanno nella eccessiva numerosità dei comuni afferenti ad ATO Costa (101 comuni) che impedirebbero il funzionamento dell’azienda e nella importanza del socio industriale per l’abbattimento dei costi delle tariffe

Considerato altresì

  • che la presenza del socio industriale in Geofor non ha impedito a questa azienda di presentare costi che hanno portato la nostra città ad essere tra le più costose d’Italia ed ha costretto l’amministrazione comunale ad affidare il servizio di spazzamento ad altra azienda
  • che il dimensionamento degli ATO nasce da una scelta regionale che quindi può essere rivista, considerato che nella quasi totalità delle altre regioni gli ATO hanno dimensione provinciale e che il modello toscano delle aziende che gestiscono macroterritori oltre a ridurre il controllo democratico sono risultate profondamente inefficienti.

Preso atto di quanto successo nei mesi scorsi in seno all’ATO Toscana Costa, con la protesta di numerosi sindaci di comuni che chiedono di verificare se esistono ancora i presupposti che nel 2011 giustificarono la messa a bando di una gara per individuare un partner privato per la gestione del servizio- rende indispensabile una ridiscussione sul progetto RetiAmbienti.

Tenuto conto che questo presuppone di non procedere oltre sulla strada della gara per l’individuazione del socio privato, accantonando, altresì, qualunque ipotesi di commissariamento da parte della Regione dell’ATO medesimo, riportando a una rivalutazione del tutto a partire da una discussione da parte dei consigli comunali interessati.

Valutato che anche, secondo i suddetti sindaci, lo scenario di oggi è diverso da quello del 2011 perché sono venuti meno elementi importanti che motivavano la strada del misto pubblico-privato e hanno chiesto un radicale cambiamento delle prospettive dell’ATO prefigurando la possibilità di una gestione in house del servizio.

Valutato che anche lo stesso dimensionamento degli ATO nasce da una scelta regionale che può essere rivista, considerato che nella quasi totalità delle altre regioni gli ATO hanno dimensione provinciale e che il modello toscano delle aziende che gestiscono macroterritori oltre a ridurre il controllo democratico sono risultate profondamente inefficienti.

La prima e la quarta commissione consiliare permanente riunite in seduta congiunta

rigettano la prospettiva di commissariamento dell’ATO minacciata dalla regione Toscana invitando invece tale ente a rivedere le proprie politiche sui rifiuti dato che i tre ATO individuati per le gestione dei rifiuti hanno mostrato tutti problemi non indifferenti;

ritengono indispensabile una ridiscussione del progetto Reteambienti all’interno del consiglio comunale e appoggiano l’apertura di un dibattito a tutto campo che parta da una revisione dei confini degli ATO per arrivare alla riconsiderazione della necessità del socio industriale per gli investimenti necessari al piano dei rifiuti;

valutano positivamente la possibilità di realizzare un sistema di gestione dei rifiuti che finalmente rispetti la volontà popolare dei referendum del 2011 che sottraeva i servizi pubblici locali dalle logiche di mercato;

chiedono quindi al sindaco

di sostenere la necessità di uno studio per una gestione in house del ciclo dei rifiuti avanzata già da diversi sindaci dell’ATO costa

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