Organismi di partecipazione: un atto di indirizzo per dare veramente voce alla cittadinanza

La giunta Conti, ansiosa in vista delle elezioni di far vedere che ha ottenuto qualche risultato, si appresta a far votare in Consiglio Comunale, con un vero e proprio colpo di mano, una “riforma” degli organismi partecipativi che cancella ogni vera partecipazione. Senza nessun incontro pubblico, senza audizioni di comitati e associazioni in Commissione, come da noi richiesto e bocciato dalla maggioranza, il nuovo Regolamento non solo risolve ma (se possibile) peggiora i problemi dei Consigli Territoriali di Partecipazione subentrati alle Circoscrizioni, abolite a Pisa e nei comuni con meno di 100.000 abitanti dalla legge finanziaria 2008.

I membri dei nuovi organismi continueranno a non essere eletti direttamente dalla cittadinanza, ma saranno cooptati dai partiti sulla base di meccanismi maggioritari che alterano la rappresentanza, e non avranno nessun vero potere nei confronti dell’amministrazione centrale. La scelta di far approvare questo Regolamento a fine consiliatura, ben sapendo che non potrà essere attuato, si commenta da sé come una manovra di pura propaganda.

Ci prepariamo a dare battaglia in Consiglio, portando avanti la nostra proposta alternativa per un’autentica rifondazione degli organismi di partecipazione locale, che siano vicini ai quartieri e a chi vi abita, che siano elettivi e che abbiano reali poteri. Per questo domani chiederemo il ritiro della delibera e presenteremo un atto di indirizzo con cui delineiamo il percorso che il Comune dovrà seguire e che noi porteremo avanti da subito se amministreremo la città.

Innanzitutto, il nostro atto dà mandato ai competenti uffici comunali di organizzare un ciclo di assemblee pubblichedecentrate in tutta la città allo scopo di individuare, insieme alla cittadinanza e nel rispetto delle norme nazionali applicabili, i criteri, le regole e i poteri di quelli che vogliamo chiamare “Consigli di quartiere”.

Per quanto riguarda le dimensioni, i Consigli devono secondo noi essere ricalcati sui quartieri reali in cui è articolata Pisa, tenendo conto della conformazione urbanistica, della storia e delle peculiarità dei diversi territori. Il Regolamento della giunta Conti, invece, riduce il numero degli organismi di partecipazione e li allontana dai quartieri, aggregando territori che poco o nulla hanno in comune.

Per quanto riguarda la composizione, i Consigli dovranno avere membri in proporzione alla popolazione dei rispettivi quartieri, e i rappresentanti dovranno essere eletti con un sistema proporzionale. Per favorire al massimo la partecipazione, riteniamo che debbano votare tutti/e coloro che hanno la residenza, a prescindere dalla nazionalità.

Per quanto riguarda il funzionamento e i poteri, i Consigli saranno investiti di una reale e vincolante capacità di proposta verso il Consiglio Comunale e la Giunta. I Consigli avranno inoltre il compito fondamentale di predisporre e coordinare il lavoro del bilancio partecipativo, uno strumento fondamentale di giustizia sociale, ambientale e territoriale che noi da sempre vogliamo introdurre e che mette la cittadinanza nelle condizioni di contribuire attivamente alla definizione delle priorità di spesa e di ripartizione delle risorse nei vari territori comunali, a partire dai reali bisogni di chi vive e lavora nei quartieri.

In un momento di forte allontanamento della cittadinanza dalle elezioni, con tassi di astensionismo preoccupanti e mai visti prima nel paese, la partecipazione – quella vera – alle decisioni e alla vita delle istituzioni è necessaria per rivitalizzare la democrazia in crisi ma anche per migliorare davvero la qualità della vita delle persone, a partire da chi abita nei quartieri di periferia. Il nostro atto di indirizzo è un manifesto della Pisa futura che vogliamo e a cui stiamo lavorando.

Una città in comune – Rifondazione Comunista

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