Pampana: un milione di euro di imposte mai versate al Comune di Pisa

Ammonta a 570 mila euro la cifra che il multiproprietario Pampana deve al Comune di Pisa per il mancato versamento delle imposte ICI e IMU per l’immobile di sua proprietà in via Marsala 34 a Riglione.

 

Il dato riguarda il solo periodo 2011-2014 ed emerge dalla risposta di Sepi ad una interrogazione presentata dal nostro gruppo consiliare nell’ambito di una campagna che da anni portiamo avanti sugli immobili abbandonati e sulla connessione di tale abbandono al fenomeno dell’evasione e dell’elusione fiscale.

 

La palazzina di via Marsala è uno dei grandi scandali imputabili al palazzinaro Pampana, proprietario anche di altri importanti immobili lasciati all’abbandono: parliamo degli oltre 60 appartamenti in via Vespucci e dello scandalo del rudere sul Lungarno Galilei, lasciato nello stato di degrado, che tutta la cittadinanza può constatare, per esercitare una vera e propria pressione al fine di ottenere dal Comune maggiori cubature.

 

La costruzione di via Marsala, costituita da 8 appartamenti finiti, è stata realizzata nel 2002 in violazione alle norme urbanistiche. Siamo di fronte a “case fantasma”, visto che ad oggi la proprietà non ha mai comunicato la fine lavori e l’attestazione di abitabilità, e quindi non risultano registrate al catasto. Ciò comporta, ad esempio, che la base imponibile per l’ICI e l’IMU è stata calcolata sul valore dell’area edificabile, e nonostante questo l’ing. Pampana non ha mai versato un euro nelle casse comunali. Inoltre, occorre considerare che la cifra dovuta è molto più alta, in quanto per gli anni successivi al 2014 sono ancora in corso gli accertamenti da parte di Sepi a seguito anche dei ricorsi fatti dal proprietario rispetto a quanto imputatogli nel quadriennio 2011-2014. Per il multiproprietario tenere vuoti questi appartamenti ad oggi, quindi, non ha alcun costo.

 

Ricordiamo anche che nella primavera del 2010 la palazzina venne occupata da alcune famiglie sostenute dal Progetto Prendocasa: vennero sgomberate dopo circa due mesi, nonostante avessero riqualificato gli spazi interni e, d’intesa con gli abitanti del quartiere, realizzato degli spazi sociali e una ludoteca. L’Ing. Pampana in questa occasione rifiutò anche la proposta del Comune di Pisa di mettere a disposizione il suo stabile residenziale sito nel quartiere della Stazione per accogliere queste famiglie in difficoltà abitativa, che avevano cercato una soluzione nella sua proprietà di Riglione. Nel 2014 il Progetto Prendocasa, stante il perdurare dell’abbandono dell’immobile e per sollecitarne l’utilizzazione, riaprì temporaneamente lo stabile con un’iniziativa pubblica e una festa popolare, ma fino ad oggi niente è cambiato.

 

Dalla nostra interrogazione emerge però un ulteriore dato ancora più grave. Infatti lo stesso Pampana ha ulteriori e consistenti pendenze con il Comune di Pisa : si tratta di ulteriori 342 mila euro di COSAP non versata tra il 2012 e il 2016.

 

Si raggiunge così una cifra di quasi un milione di euro di imposte non versate. Ma il debito con il Comune in realtà è ancora molo più alto. Infatti, come abbiamo denunciato in questi anni, Pampana non è in regola nemmeno con il pagamento delle imposte per gli immobili di via Vespucci e per il terreno del Lungarno. E limitiamo le nostre considerazioni solo a queste altre due proprietà, senza andare ad indagare su altre.

 

Questo caso esemplare in cui rendita, evasione e abbandono si mescolano insieme non può che riportare al centro le nostre proposte in materia: a) di lotta all’evasione attraverso un piano comunale ad hoc implementando controlli e verifiche, e l’uso della leva fiscale per contrastare l’abbandono, b) di rigenerazione urbana per l’utilizzo a fini abitativi e sociali di questi immobili.

 

In particolare rilanciamo, per l’area del rudere sul Lungarno Galilei, la nostra proposta di restituirlo all’utilità pubblica, recuperando un collegamento tra il Bastione Sangallo – nella sua parte ancora da riqualificare e quella lungo il vallo dove è già prevista la realizzazione di verde pubblico – e il Lungarno, mediante la cancellazione dell’attuale previsione urbanistica di ricostruzione dei volumi preesistenti. Si realizzerebbe così una “porta verde” che si affaccia sul Lungarno proprio di fronte allo Scalo dei Renaioli, tappa turistica e meta ricreativa, che restituirebbe tutta la visuale del camminamento e del baluardo dal Lungarno stesso.

 

Pensiamo che sia necessaria una inversione di tendenza non a parole ma con i fatti, e che la richiesta che viene dalla cittadinanza di un minore consumo di suolo debba essere soddisfatta cancellando previsioni di edificazioni inutili e dannose ripensando così l’esistente senza fermarsi di fronte al “diritto alla rendita e alla speculazione” di proprietari che tengono abbandonate aree e palazzi per anni e anni in attesa di monetizzare il loro valore, senza curarsi minimamente del bene comune.

 

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

 

 

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