Parlare di pace alla parata militare: un controsenso ormai consueto

Fra qualche giorno, puntuale come sempre da cinque anni a questa parte, tornerà per le scuole la “Giornata della Solidarietà”, il cui programma quest’anno si concentra sui diritti dei minori. Nella conferenza stampa di presentazione è stato detto che “l’obiettivo di questa giornata è quello di sensibilizzare i giovani studenti e le giovani studentesse, mostrando loro come i principi contenuti nella Costituzione e nelle numerose convenzioni internazionali a tutela dei minori (…) non siano solo enunciati sulla carta, ma rappresentino obiettivi concreti”. Un intento senza dubbio condivisibile e condiviso, ma che quest’anno, come gli anni passati, contrasta di fatto con le modalità di organizzazione dell’iniziativa. Ci sembra infatti che sia stato più realista il sindaco Filippeschi, che a commento della giornata del 2014 dichiarò “E’ importante dare un segnale di vicinanza alle Forze Armate”, sottintendendo, a nostro parere con ragione, che sia questo uno degli scopi della “Giornata”.
Ed è esattamente questo il motivo per cui continuiamo a pensare che la Giornata della Solidarietà, così come è strutturata, non possa e non debba essere proposta come attività scolastica, e che ogni famiglia debba essere libera di accompagnare o meno i propri figli in un percorso che accosta l’atmosfera di una giornata di festa con lo strumento militare.
Il momento clou della mattinata, da alcuni anni a questa parte, è il lancio dei paracadutisti acrobatici della Folgore sul Ponte di Mezzo, spettacolo di grande fascino, che proprio per questo rischia di essere la cosa che sola rimane impressa nella mente dei bambini.
Peraltro su tale momento anche quest’anno i genitori non sono stati informati correttamente, trovandosi così a decidere l’adesione dei propri figli sulla base di notizie incomplete. Il programma inviato alle scuole, infatti, descrive nei particolari la cerimonia finale, senza fare alcun accenno allo spettacolo fornito dalle Forze Armate. Abbiamo chiesto conto di questa discrepanza in Consiglio Comunale, ma in due mesi l’assessora Chiofalo non ha trovato il tempo di risponderci. Ieri, in conferenza stampa, ha invece annunciato che il lancio ci sarà.
Per quanto grazie alle mobilitazioni di genitori e associazioni la “Giornata” sia fortunatamente cambiata negli anni, continuiamo a pensare che sia un’iniziativa ambigua e controversa, che associa i concetti di pace e solidarietà con eserciti e missioni militari.
Per riflettere invece insieme sul significato dei concetti di pace e solidarietà, invitiamo la cittadinanza tutta a partecipare all’iniziativa “Una Domenica Disarmante”, che il Comitato “Un’altra difesa è possibile” organizza nel pomeriggio di Domenica 26 Aprile in P.za S. Caterina. Un’occasione importante in cui stimolare la riflessione di cittadine e cittadini, sia adulti che bambini, su come sia possibile affrontare i conflitti anche internazionali con corpi civili di pace e difesa non armata.
Non per questo noi crediamo che non sia necessario un dialogo pubblico con e sulle Forze Armate, anzi. Pensiamo che sarebbe positivo, e anzi necessario, parlare di eserciti e di spese per gli armamenti, discutere se le missioni militari siano compiutamente costituzionali e soprattutto se siano efficaci, dato che, dopo vent’anni di “missioni di pace” e “missioni umanitarie” le guerre sono sempre più estese, e gli interventi militari hanno ottenuto solo di fornire ulteriore combustibile alle deflagrazioni belliche. La pace e la solidarietà sono un’altra cosa, e cominciano là dove la guerra finisce.

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