Da anni la Mattonaia è lasciata colpevolmente in stato di abbandono da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute e che hanno avuto come unico obiettivo quello di vendere questo immobile. Negli ultimi anni l’assessore Serfogli trimestralmente annuncia la pubblicazione del bando per la permuta di questo immobile come contropartita parziale per l’esecuzione di alcuni lavori pubblici (per un valore di 4 milioni e 700 mila euro). Va ricordato che il valore della Mattonaia è andato scendendo a causa del degrado in cui è stato lasciato l’immobile, passando da 3 milioni e 300 mila euro a 2 milioni e 900 mila euro.
Questi continui ritardi derivano anche dalle difficoltà legali e tecniche nel fare un simile bando, visto che la Mattonaia è stata realizzata con fondi per l’edilizia sociale per cui i proventi derivanti da una eventuale vendita devono essere, invece, destinati a questo capitolo. Ma c’è anche un’altra difficoltà per portare a termine questa operazione.
Non tutti sanno che una porzione di questo complesso immobiliare è stata considerata – con decreto del Direttore per i beni culturali e paesaggistici della Toscana n. 226 del 28.6.2006 – di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del d.lgs. n. 42/2004. Fino ad oggi questo aspetto è stato totalmente sottovalutato ed ignorato. La legge vigente (l’art. 55 del D.lgs. 42/2004) prevede infatti che i beni immobili appartenenti al demanio culturale non possano essere alienati senza l’autorizzazione del Ministero dei Beni Culturali. Insomma da anni si parla di vendere questa bene ma il Comune di Pisa solo il 28.11.2014 ha richiesto l’autorizzazione all’alienazione per la porzione di immobile oggetto di vincolo alla Direzione Regionale per i beni culturali e Paesaggistici della Toscana.
Ad oggi, però, questa autorizzazione non è ancora pervenuta, e conseguentemente come si legge anche in una recente determina del dirigente Guerrazzi: “ la schema di contratto e di bando di gara potranno essere completati, una volta acquisite le eventuali prescrizioni in ordine alle misure di conservazione del bene e le condizioni di fruizione pubblica del bene che potrebbero essere contenute nell’autorizzazione”.
Pertanto come scrive ancora il Dirigente si ritiene di “subordinare l’approvazione dello schema di contratto e di bando di gara all’ottenimento dell’autorizzazione all’alienazione”.
Da sempre siamo contrari alla alienazione della Mattonaia e riteniamo che debba invece essere immediatamente riutilizzata a fini abitativi, sociali e anche per attività economiche. Il vincolo a cui è sottoposto parte dell’immobile e ad oggi la mancata autorizzazione da parte della Direzione Regionale per i beni culturali e Paesaggistici della Toscana alla alienazione costituiscono l’ennesima occasione per fermare una svendita di un patrimonio comune.
Una città in comune
Rifondazione Comunista