NAZIONE PISA Pagina: 6
Pd, prove di concordia per non affondare. Ma le opposizioni affilano gli artigli
PROVE di concordia. Il Pd cerca di raccogliere i cocci e ricomporre le fratture in una fase, da molti esponenti di spicco, definita «delicatissima» per la tenuta della maggioranza in Consiglio comunale e in Giunta. Fioccano gli appelli all’unità così come quelli di accantonare «giochi di palazzo e personalismi». Le acque agitate che travolgono il Pd pisano e tracimano sul destino del governo Filippeschi, scuotono anche i vertici regionali che hanno incaricato il pisano Carmine Zappacosta di trascinare fuori dal vortice il partito, dove ormai si gioca a carte scoperte e la tensione è alta. Zappacosta ribadisce il suo ruolo super partes ed esclude qualunque sua pressione sul sindaco per favorire l’ingresso in Giunta di Giuseppe Forte e sgombra il campo da attriti all’interno della scuderia Cerri: «Si vada avanti con una Giunta rinforzata e senza grandi rivoluzioni affinché il lavoro sinora svolto non sia pregiudicato -, dice Zappacosta -. Faremo scudo contro derive correntizie e personalistiche». Il partito regionale avrebbe lasciato massima autonomia di scelta a sindaco, che sarà chiamato a scegliere una personalità di esperienza. Torna così nei giochi il nome di Silvia Panichi, assessore alla cultura nella passata giunta, ‘sacrificata’ a malincuore in nome della nuova alleanza con Sel. Ma anche i nomi di Alessandra Mazziotti e di Sandro Gallo restano sulla bilancia degli equilibri. Antonio Mazzeo, membro di punta del Pd regionale, spinge con forza per la ricomposizione: «Questo è il momento di fare squadra, di rinsaldare il rapporto tra le istituzioni e le varie anime della società civile e di tenere alta e forte, tutti insieme, la voce che arriva da questo territorio di fronte alle difficoltà della crisi economica e alle sfide a livello regionale». Secondo Mazzeo: «Non è il momento in cui rivendicare ruoli da parte delle correnti interne. Sono solo e soltanto gli interessi di Pisa e della sua provincia quelli che il Pd adesso deve tutelare con forza». Ivan Ferrucci, consigliere regionale uscente (e di nuovo in pista) chiede di «chiudere quanto prima la ferita e concentrarsi verso le nuove sfide» e dà il suo appoggio a Filippeschi: «Il Pd pisano con la guida del sindaco Filippeschi ha le energie umane e intellettuali per farlo».
FUORI dal coro grillini ed estrema sinistra che invece chiedono le dimissioni del sindaco e affilano gli artigli: «Basta teatrini – sbotta Valeria Antoni (M5S), – questa maggioranza ha dimostrato di non saper governare. Filippeschi rimetta il mandato e vada a casa. La sua amministrazione ha dimostrato l’incoerenza di inglobare tutto e il contrario di tutto pur di ottenere un risultato elettorale. In un anno e mezzo di immobilismo sono emerse solo diatribe personali lasciando la città allo sbando. I pasticci sono sotto gli occhi di tutti». Durissima anche Una città in Comune – Prc: «La maggioranza di centro-sinistra che ha vinto le elezioni nel 2013 non esiste più. Una verità che sindaco e Pd non possono nascondere» e chiede: «dimissioni ed elezioni anticipate». Il Nuovo Centrodestra, con il suo coordinatore Raffaele Latrofa, attacca: «Giunta e Sindaco sono stati gravemente carenti in numerose vicende: aeroporto, parcheggio di piazza Vittorio Emanuele, la vicenda delle Stallette, gli appalti per la gestione dei cimiteri, la scarsa chiarezza in generale degli affidamenti di global service, bancarelle di piazza del Duomo, sicurezza e decoro della città. Vicende che rivelano incompetenza, approssimazione e sudditanza al Pd fiorentino che questa Giunta ha patito». Ncd chiede unità alle opposizioni perché «si cominci a ragionare di una piattaforma di denuncia e di programma che vorremmo chiamare “Un’altra Pisa è possibile”, per liberare le energie e le intelligenze della città dal gruppo di potere che la soffoca da decenni».