giovedì 28 giugno 2018 |
Testata: STAMPA |
Pagina: 14 |
IN DUE GIORNI IL MINISTRO APPROVA LA CONTRORIFORMA
Eliminata la chiamata diretta da parte dei presidi
Per i rappresentanti degli insegnanti “era un pasticcio”
FLAVIA AMABILE ROMA
Era uno dei punti presenti nel contratto di governo: far fuori la possibilità da parte dei presidi di chiamare in modo diretto i loro insegnanti. A nemmeno un mese dall’insediamento alla guida del ministero dell’Istruzione, Marco Bussetti ha eseguito la condanna. Con un’intesa raggiunta due giorni fa con i sindacati la misura è stata eliminata. Si tratta di un intervento urgente per garantire l’assegnazione dei posti nelle scuole in modo regolare il prossimo settembre ma si procederà presto a un intervento tramite legge, ha assicurato il ministro.
Dunque, eliminata la chiamata diretta, si torna al sistema delle graduatorie. Innanzitutto si procederà alla copertura dei posti disponibili destinandoli a personale che ha ottenuto la mobilità su ambito, ovvero il trasferimento sulle aree di competenza e non sulla scuola, con una delle precedenze previste da contratto nazionale (ad esempio disabilità o gravi motivi di salute).
Subito dopo si procederà alla copertura dei posti rimanenti scegliendo il personale in base al punteggio di mobilità. La presentazione della domanda sarà possibile da oggi, il personale dovrà utilizzare la sezione “Istanze on line” e indicherà la scuola da cui partire. Per la scuola secondaria bisognerà attendere invece la pubblicazione dei trasferimenti, programmata per il 13 luglio.
La scelta degli insegnanti
Gli insegnanti, invece, sceglieranno la scuola dalla quale partire per l’assegnazione d’ufficio da parte dell’Ufficio Scolastico provinciale. Se il posto scelto non sarà libero, si scorreranno i posti per vicinanza. Nel caso di mancata indicazione sarà considerata la scuola capofila dell’ambito. La procedura riguarderà anche i docenti che saranno assunti a tempo indeterminato nell’anno scolastico 2018/19. Entro il 27 luglio la procedura sarà completata. Subito dopo saranno avviate le operazioni per l’assegnazione della sede per il personale che è stato da quest’anno immesso in ruolo. Anche in questo caso si seguirà il punteggio di graduatoria.
I vincitori di concorso ordinario precederanno i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento. L’assegnazione della sede di incarico avverrà allo stesso tempo dell’assegnazione dell’ambito di titolarità.
Il successo dei sindacati
Per i sindacati si tratta di una grande vittoria. «L’accordo chiariscono Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, tre delle sigle che hanno firmato l’intesa – prevede che le operazioni avvengano attraverso una procedura trasparente e oggettiva gestita dagli Uffici scolastici territoriali».
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Fgu-Gilda degli insegnanti, il quarto sindacato firmatario dell’intesa, ricorda che negli ultimi due anni la Gilda, sola tra i sindacati rappresentativi, non ha sottoscritto i contratti sulla mobilità proprio come forma di opposizione alla chiamata diretta.
L’Anief, invece, non è stata contraria.
La precedente riforma aveva in effetti fatto diminuire le supplenze di lunga durata grazie alle 110mila assunzioni a tempo determinato, ma sul tavolo erano comunque rimaste quasi 90.000 supplenze gestite dai presidi per coprire i buchi che si creavano nelle loro scuole.
Il presidente Marcello Pacifico definisce la chiamata diretta «un pasticcio» perché «per la mancanza di linee guida univoche, ci siamo ritrovati con adozioni troppo diversificate e quindi discriminanti». Inoltre secondo il presidente sindacale si è rivelata anche «inutile, poco praticabile e per di più immotivata, perché per scegliere dei docenti già formati e graduati in base ai titoli e servizi svolti, non c’era alcuna esigenza di selezione. Basterebbe ricordare che in Italia per diventare oggi insegnante occorre intraprendere un percorso universitario lungo ben otto anni».
Sono i milioni stanziati per il merito. L’attuale ministro ha dichiarato che resteranno perché il meccanismo dell’incentivo deve restare, ma ha annunciato che a differenza della legge precedente intende assegnare queste risorse non solo ai docenti di ruolo ma anche a quelli precari.