Mentre i deliri xenofobi e razzisti della Lega Nord e di Fratelli d’Italia si moltiplicano, e i morti nel Mediterraneo crescono di giorno in giorno, ancora una volta il fallimento delle politiche del Governo sull’accoglienza si dimostra sempre più evidente.
Solo negli ultimi tre giorni sono stati soccorsi 5629 migranti verso l’Italia e le previsioni parlano di molti altri migranti pronti a partire per raggiungere l’Italia.
Il Viminale in questi giorni ha indirizzato la richiesta a tutti i Prefetti di trovare subito 6.500 posti anche con «provvedimenti di occupazione d’urgenza e requisizione».
Per questi motivi il prefetto Mario Morcone, direttore del Dipartimento Immigrazione, ha firmato la circolare che prevede che Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia e Campania mettano a disposizione 700 posti, 300 la Puglia, 250 il Lazio e le Marche mentre altri 1.500 vanno divisi nel resto d’Italia.
Se questo verrà confermato la nostra città sarà ben presto coinvolta nel recuperare alloggi e strutture utili per l’accoglienza di uomini e donne scappate dalla loro terra per sfuggire alla guerra e alla violenza.
Tuttavia non è possibile meravigliarsi dei nuovi sbarchi e del collasso delle accoglienze. L’emergenza infatti è stata generata dalla mancata pianificazione di progetti di accoglienza da parte di chi ne ha la responsabilità.
Da mesi avanziamo una proposta articolata e concreta chiedendo al Comune di Pisa di mettere a disposizione e utilizzare per la prima accoglienza dei richiedenti protezione internazionale la struttura di accoglienza di via Garibaldi 190, attualmente chiusa; richiesta che la stessa Prefettura ha avanzato trovando l’opposizione della amministrazione comunale. Al contempo abbiamo chiesto al sindaco di avviare un confronto urgente con l’Università degli Studi di Pisa, e con altri enti pubblici, al fine di siglare una intesa per l’utilizzo di appartamenti dismessi di loro proprietà; e di individuare nuovi spazi permanenti per l’accoglienza, anche tenendo conto della proposta, lanciata ad Aprile 2014 dalle associazioni del Municipio dei Beni Comuni, di utilizzare parte dello spazio dell’ex caserma di Via Giordano Bruno – Distretto 42.
Ancora una volta la giunta Filippeschi pensa di gestire questo fenomeno strutturale con logiche emergenziali e senza una programmazione adeguata degli interventi. Ad oggi il Comune di Pisa non ha messo a disposizione per l’accoglienza neppure un metro quadro e si è sottratta alle sue responsabilità. L’amministrazione comunale, nonostante anche i ripetuti solleciti della Prefettura, non ha voluto individuare per tempo delle soluzioni, ma non si è nemmeno fatta garante di un percorso di condivisione con gli altri enti e cooperative presenti sul territorio.
Le proposte che abbiamo avanzato sono soluzioni concrete che questa amministrazione non ha neppure voluto prendere in considerazione. Ormai pare chiaro che il comune di Pisa non abbia nessuna intenzione di accogliere profughi nella nostra città. Al sindaco diciamo che solo l’accoglienza e la costruzione di buone prassi sono l’antidoto al dilagare di atteggiamenti xenofobi e razzisti e che non bastano le partite di calcio per sostenere che si fa “accoglienza”. E a chi ripete i facili slogan ‘prima gli italiani’, vorremmo ricordare che negare i diritti ad alcuni significa negarli a tutti: spazi di accoglienza dignitosi, che oggi possono servire per i rifugiati, potrebbero contribuire domani a tamponare l’emergenza sfratti, o i bisogni abitativi di famiglie italiane. Una politica xenofoba che contrapponga stranieri e autoctoni è destinata alla fine a comprimere i diritti delle fasce più deboli, italiani compresi.
Riteniamo che occorra subito definire un piano che garantisca una accoglienza degna per gli uomini e le donne che la nostra città sarà chiamata a accogliere. Ma non c’è più tempo da perdere.