Per le case popolari restano i cinque anni di residenza in Toscana

lunedì
28 maggio 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
III

Accantonata l’idea di portarli a 7-8, ma per l’assegnazione avrà un maggior punteggio ai fini della graduatoria chi abita qui da più tempo

Case popolari, 5 anni di residenza inchiodati. I requisiti d’accesso alle graduatorie dell’Erp, l’edilizia residenziale pubblica non cresceranno. L’idea iniziale di aumentare a 7-8 anni di residenza il requisito di base, ora che la discussione sulla nuova legge è entrata nel vivo, è stata abbandonata. Al suo posto però avremo la cosiddetta “scala mobile della toscanità”.

In pratica, un sistema di punteggi che non decide chi entra e chi no. Ma decide però, come aveva richiesto Palazzo Vecchio, la posizione in una classifica di oltre 2mila famiglie solo dove pochi fortunati riescono ogni anno ad ottenere un tetto. Il testo della legge non c’è ancora, spiega il presidente di commissione del Consiglio regionale Stefano Scaramelli (Pd). Si sa però che si pensa di assegnare 2,5 punti a chi risiede in Toscana da almeno 15 anni, 3 punti a chi ci abita da 20. Col risultato di spingere verso l’alta classifica i toscani “doc” e di trattenere a metà graduatoria invece chi, come gli immigrati, può vantare un tasso di toscanità inferiore.

Ma non è solo questo: «Pensiamo di aumentare da 4 a 6 il punteggio per le famiglie che soffrono particolari condizioni disagiate», aggiunge Scaramelli. Una misura favore di coloro che ogni mese si vedono “bruciare” oltre un terzo del reddito disponibile dal canone d’affitto: «Crediamo sia giusto offrire un aiuto alla classe media che in questi anni si è impoverita», spiega il presidente di commissione.

Ma perché alla fine non è stato alzato il requisito già esistente dei 5 anni di anzianità? Non per un moto anti-leghista. Piuttosto perché il sistema dei punteggi è stato giudicato meno traumatico. E anche perché sbarrare l’ingresso alle case popolari a chi non è residente rischia di essere una scelta discutibile. Giusto giorni fa, con molto disappunto della Lega salviniana, la Corte costituzionale ha bocciato la legge regionale del Veneto, che aveva introdotto uno sbarramento di ben 15 anni di residenza come requisito base per l’ammissione agli asili nido.

Ora, nessuno in Toscana aveva pensato di spingersi così avanti. L’orientamento era quello di restare comunque sotto la soglia dei 10 anni: «Avevamo ipotizzato di arrivare a 7-8 anni perché confortati dal parere degli uffici legali. Fino a quella soglia potevamo spingerci senza correre rischi di bocciature», spiega Scaramelli. La “scala mobile” però piace di più. E alla fine è pure probabile che lo sbarramento dei 5 anni venga “ammorbidito”. Venga cioè specificato che i 5 anni di residenza possono essere anche «non continuativi».

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