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“Il 3 febbraio ricorreva un anno dalla firma della bozza di protocollo d’intesa con cui l’allora prefetto di Pisa Tagliente cercò di costituire una task-force volontaria per la salvaguardia e la manutenzione del patrimonio storico-artistico e monumentale della città, affidandola a una sola associazione (Amici dei Musei e Monumenti Pisani). Com’è noto, quel documento ha suscitato tante polemiche, anzitutto perché la convocazione del tavolo non è partita dagli organi preposti alla tutela del patrimonio e quindi perché si poneva al di fuori del quadro legislativo esistente. Fu così che, con molti imbarazzi, gli stessi promotori dell’iniziativa – Comune di Pisa in testa – sembrava avessero accantonato quell’intesa. Invece il 29 gennaio scorso il Consiglio Comunale è tornato a proporre nei contenuti quel documento. Mesi fa aveva presentato una convenzione esclusiva con l’Associazione per le Mura di Pisa (Amur), che intendeva affidare in modo temporaneo a quei volontari l’apertura del tratto già restaurato di mura, fra piazza Manin, la Torre di Santa Maria e il Camposanto monumentale. Di fronte alle perplessità e alle polemiche suscitate dalla proposta, il Comune aveva preferito non firmare la convenzione, sperando fosse sufficiente far cessare il clamore. Cinque mesi dopo, ecco che il Consiglio Comunale approva (con i voti contrari delle opposizioni) un ordine del giorno del Partito Democratico che ripropone quanto scritto nella vecchia convenzione, prevedendo una partecipazione allargata anche ad altre associazioni culturali che, facendo richiesta entro il 20 febbraio, potranno collaborare con l’Amur nella gestione delle mura, nella minuta manutenzione, nella stesura del materiale informativo telematico e nella gestione gratuita delle visite guidate. Questo documento non costituisce soltanto la smentita della precedente presa di distanza dalla convenzione del 3 febbraio 2014, che viene qui riproposta in tutti i suoi aspetti, compresi i più controversi come la “minuta manutenzione”. Occorre evidenziare che non sono mancati gli imbarazzi nel Pd visto che il presidente dell’associazione, il professor Ilario Luperini, è anche presidente del CTP 5, mentre Alessandra Mazziotti, presidente della Commissione Cultura del Consiglio Comunale, è anche Console del Bastione Barbagianni all’interno della stessa Amur; entrambi sono in quota Pd. Tutto ciò avviene in una città sede di un ateneo che ogni anno laurea decine di archeologi e storici dell’arte, che poi stentano a trovare lavoro. Stesso discorso vale per i restauratori, che si vedranno sostituire da “giovani volontari” cui è affidata la “pulizia e la piccola manutenzione degli ingressi e delle scale visitabili”; per non parlare delle guide turistiche, alle quali i suddetti volontari farebbero sleale concorrenza di mercato offrendo visite gratuite. A questo proposito, l’ordine del giorno votato dalla maggioranza auspica una sinergia con le associazioni di categoria e con i rappresentanti delle guide “per ricevere indicazioni utili”. Noi riteniamo che questa discussione andasse fatta preventivamente, prima di affidare a una o più associazioni la gestione volontaria di qualsiasi monumento, in assenza di un bando. Dovrebbe essere comunque aperto un tavolo non solo con le associazioni culturali e di categoria, ma con l’Università tutta (docenti e studenti) e con gli enti preposti alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio, vale a dire la Soprintendenza. Bisogna tornare a discutere di professionalità non riconosciute e lavoro non retribuito, come hanno provato a fare nei mesi scorsi i tanti soggetti riuniti nel Coordinamento di cittadini attivi e professionisti – per i Beni culturali. A loro l’assessore Serfogli rispose con uno slogan – “Sussidarietà e non statalismo” – smentendo le rassicurazioni del suo collega Danti e chiudendo il dibattito, preludendo a sviluppi come l’ordine del giorno sulle mura di Pisa. A lui e al Consiglio Comunale rispondiamo con le parole pronunciate dalla professoressa Antonella Gioli all’incontro Beni culturali e volontariato: quale rapporto? (Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa, 30 giugno 2014): “L’idea che parte di queste professioni [archeologia, storia dell’arte, restauro, biblioteconomia, etc.], specialmente quelle rivolte al pubblico e alla fruizione, possano essere svolte anche dai volontari, competenti o meno, rende accettabile il fatto che si possa abbassare il livello della prestazione purché questa sia gratis o a “prezzo di favore”. Vuol dire far prevalere il risparmio spicciolo sull’investimento duraturo. E questa è un’offesa non tanto per noi, che queste discipline le studiamo e insegniamo, ma per le centinaia di giovani che su queste cose si impegnano oggi, con cui vorrebbero lavorare domani e di cui il patrimonio culturale ha bisogno.” Da questa riflessione secondo noi è necessario partire prima di prendere qualsiasi decisione nell’ambito della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale.” Una città in comune – Rifondazione Comunista Pisa
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