Per Serfogli i big del PD sfilano a Pisa

martedì
19 giugno 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
I-V

PER SERFOGLI I BIG DEL PD SFILANO A PISA

L’allarme Toscana è scattato. E le paure del Pd si addensano adesso tutte su Pisa. Tutti i “big”, Matteo Renzi escluso, sono stati precettati per gli ultimi giorni precedenti la finale del ballottaggio: arriveranno Gentiloni, Calenda, Veltroni e il segretario Martina.

MASSIMO VANNI

«Salvate il soldato Serfogli». Ieri il sindaco di Milano Giuseppe Sala e quello di Cagliari Massimo Zedda. Domani i sindaci di Rimini Andrea Gnassi e di Lucca Alessandro Tambellini. Giovedì a pranzo l’ex ministro Carlo Calenda. E sempre giovedì, a fine pomeriggio l’ex premier Paolo Gentiloni e il “padre nobile” Walter Veltroni. Quindi il segretario reggente Maurizio Martina venerdì per la chiusura. Tutti reclutati. Il fuoco di fila è cominciato.

L’allarme Toscana è scattato. E le paure del Pd si addensano adesso tutte su Pisa. La città della torre, un tempo roccaforte dalemiana. Oggi invece la città dove la Lega è il primo partito e dove a chiudere la campagna arriverà direttamente il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini. L’allarme è scattato al Nazareno e tutti i “big”, Matteo Renzi escluso, sono stati precettati per gli ultimi giorni precedenti la finale del ballottaggio.

Dopo la ricomposizione di un bel pezzo di sinistra a Siena, dove il sindaco Bruno Valentini può adesso sperare di aggiungere al suo 27,4% grazie all’apparentamento con Pierluigi Piccini un pesante 21,3%, la città più a rischio di frana – a torto o a ragione – appare al Pd quella di Pisa. L’assessore Andrea Serfogli, il candidato del Pd che i renziani non avrebbero voluto, è uscito dal primo turno sotto di un punto (32,2% contro il 33,3) rispetto all’avversario del centrodestra Michele Conti, direttamente selezionato dalla sindaca leghista di Cascina Susanna Ceccardi. E gli apparentamenti dell’ultima ora, con le liste civiche di Antonio Veronese e Maria Chiara Zippel, che sulla carta potrebbero aggiungere 7-8 punti, non sono certo risolutivi. Soprattutto contro una Lega col vento in poppa che grida «mandiamoli tutti a casa».

Il Pd spera molto nel sostegno annunciato dall’Mdp di Paolo Fontanelli. Ma neppure questo garantisce sonni tranqulli. Non è un caso se proprio ieri Serfogli annuncia di voler fissare, in caso di vittoria, un reddito minimo per chiunque lavori per l’amministrazione. Che, sommato alla promessa dell’economia circolare e di una Rete Ambiente tutta pubblica rende plastica l’apertura offerta dal Pd agli elettori 5 Stelle. Un modo per rompere l’accerchiamento del “tutti contro il Pd” già visto in Toscana.

Il futuro di Pisa è in buona parte in quel 10% totalizzato al primo turno dai 5 Stelle: ma quanti torneranno alle urne e per chi voteranno? «Chi voleva votare destra l’ha già fatto al primo turno, noi vogliamo parlare con i 5 Stelle delusi del centrosinistra», dice l’ex numero due toscano Antonio Mazzeo, che ha pilotato la campagna pisana.

«Vogliamo fare di Pisa un laboratorio nazionale, mettendo insieme tutte le forze civiche per dar vita ad un nuovo centrosinistra», aggiunge Mazzeo. Ormai lontano dalle suggestioni renziane della vocazione maggioritaria. «Serfogli non ha padrini politici, non è commissariato da alcuno, la sua candidatura nasce dal basso e col passare del tempo ha assunto caratteristiche di civismo. Mentre Conti è una candidatura telecomandata», incalza ancora Mazzeo.

Gli occhi del Pd sono puntati però su venerdì, quando Matteo Salvini tornerà in città. Prima come vicepremier, alla cena di “Arcobaleno d’Estate” sul Ponte di Mezzo su invito della Confcommerio. E poi, come leader leghista, in piazza Carrara per il comizio di chiusura. E anche Enrico Rossi, il governatore della Regione che finanzia “Arcobaleno d’Estate” confessa qualche timore: «La partecipazione di Salvini ci parrebbe inopportuna se si trasformasse in una passerella politica per il segretario della Lega. Devo confidare nella sensibilità del ministro che, essendo il garante di tutti, saprà adottare il comportamento più adeguato».

Che farà Salvini, sbarcherà anche a Firenze, come vociferà qualche leghista? Chissà. Anche a Campi però il sindaco uscente Emiliano Fossi, che domenica si gioca tutto, incita alla riunione del centrosinistra. Chiede sostegno anche all’avversario Adriano Chini: «Alcune delle cose che abbiamo portato a compimento sono la prosecuzione di un lavoro impostato dal sindaco Chini».

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