Sabato primo giugno aderiamo e saremo presenti al presidio regionale che si svolgerà al Green Park a Pontedera per una Toscana a rifiuti zero, contro un sistema che con il keu sta avvelenando i nostri territori.
Una mobilitazione importante in vista dell’udienza del prossimo 7 giugno nel processo per l’inchiesta keu, nel corso della quale il giudice deciderà sulle richieste di costituzione di parte civile, tra cui quella che – unica forza politica a Pisa – abbiamo presentato noi.
Una mobilitazione che avviene in un momento importantissimo in cui si è appreso che ci sarebbero altri 60 siti contaminati dal keu, ma ad oggi non si sa quali siano e né quale sia il livello di contaminazione. Si tratta di un fatto gravissimo che amplifica le responsabilità di chi ha governato, ovvero del centrosinistra e del Pd, ed evidenzia come l’intreccio tra politica, malaimprenditoria e criminalità organizzata abbia prodotto, in nome del profitto, questo disastro ambientale le cui dimensioni e la cui portata degli effetti negativi sono oggi ancora tutte da indagare.
Responsabilità che vengono quotidianamente disattese da un Partito Democratico tutt’oggi incline solo a nascondere sotto al tappeto le osservazioni dei movimenti e la portata degli studi che via via emergono sulla pericolosità dei siti, mentre alcuni comuni, a cominciare da quello di Santa Croce sull’Arno, epicentro del caso Keu, o Peccioli, sede di uno dei siti contaminati e snodo strategico delle politiche dei rifiuti in Regione, con motivazioni risibili rifiutano di costituirsi parti civili nel processo.
Per questo condividiamo la proposta lanciata negli scorsi giorni dal Movimento Consumatori Toscana e dall’ Unione Inquilini perché la Regione Toscana e le autorità competenti avviino una indagine epidemiologica in relazione alla problematica del keu per avere una mappatura certa e definita.
Questa inchiesta evidenzia ancora una volta la necessità di una rottura netta con il modello di gestione dei rifiuti che in questi decenni è stato portato avanti nella nostra regione a partire da una radicale revisione del piano regionale, l’urgenza di un rilancio dell’obiettivo rifiuti zero e la costruzione di un efficace modello di economia circolare.