Piano del Paesaggio, rischio stop

CORRIERE FIORENTINO Pagina: 1-2

Piano del Paesaggio, rischio stop

La commissione approva il testo modificato. Forza Italia va all’ufficio legale. Martedì il governatore da Franceschini

O si trova una soluzione che metta insieme la maggioranza, o si torna alla prima versione del Piano del paesaggio. Enrico Rossi prova a uscire dall’impasse in cui rischia il piano redatto dall’assessore Anna Marson, che dopo le modifiche del Pd rischia di essere bocciato dal ministero. Martedì Marson e Rossi vedranno Franceschini.
Una frase secca, che suona come una minaccia. Ma serve ad Enrico Rossi per evitare che il piano del paesaggio venga bocciato da Roma, respinto in aula, o sconfessato da chi lo ha redatto. «Qualora i contrasti non fossero ricomponibili in una formulazione condivisa ritengo sia preferibile tornare al testo esistente, quello già approvato in Consiglio da una larga maggioranza e dall’assessore Marson» scrive Rossi alle 19,47 di ieri, sei ore dopo l’approvazione dell’ultimo testo molto diverso da quello di cui parla Rossi – da parte della Commissione ambiente: tutta la maggioranza vota sì, Marta Gazzari di Popolo Toscano lo fa «con riserva», Prc e Forza Italia votano contro. Un testo cambiato per la quinta volta e che doveva finire in aula martedì. Ma prima di arrivarci, Rossi aveva già convocato lunedì mattina la maggioranza per un «approfondimento». Anche l’ultimo testo non va bene, andrà cambiato, forse con un maxiemendamento.
Il guaio sono le cave: nella Commissione presieduta da Gianfranco Venturi (Pd) erano passati gli emendamenti di Ardelio Pellegrinotti (Pd) in contraddizione con le indicazioni del ministero dei beni culturali. Un azzardo: il piano deve essere «copianificato» con Roma, pena la bocciatura. L’assessore Anna Marson, autrice del piano contestato da parte del Pd e dal centrodestra, aveva previsto già da tempo un incontro con la sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni. Rossi e Marson si sono sentiti più volte, in questi giorni. E lo stesso presidente ha deciso (ma solo ieri) di partecipare ed ha voluto ci fosse il ministro Dario Franceschini: «Ci consentirà di evitare passi falsi e bocciature postume», ha scritto Rossi ieri da Massa, prima tappa del suo tour elettorale, dove ha risposto alle contestazioni degli ambientalisti pro-Marson: «Non hanno letto il piano e non lo hanno capito». Con Franceschini ha parlato anche il segretario Pd Dario Parrini: «L’incontro di lunedì porterà ad un piano del paesaggio forte, di largo consenso e capace di tutelare ambiente, paesaggio e occupazione».
Ma se domani mattina l’intesa – accettabile anche da Roma – non arrivasse? Si tornerebbe al primo testo, partorito da Marson. Un piano più stringente e vincolante a difesa del paesaggio, soprattutto sull’agricoltura e sulle vigne, rispetto al testo votato ieri. Un passo indietro ma soprattutto una sonora sconfitta per chi, nel Pd, ha voluto le modifiche. E suona come una minaccia. «No – dice Matteo Tortolini del Pd, curatore di alcuni di quegli emendamenti – Il passaggio da Roma è sensato. Noi siamo disponibili a ragionare prima dell’aula di equilibri più avanzati». Un passaggio che convince anche le anime critiche e ambientaliste del Pd, come Daniela Lastri: «Con tutte queste modifiche, molti di noi non conoscono però ancora il dispositivo finale che verrà portato in aula». Al di là degli equilibri, la scelta di Rossi è quasi obbligata: il testo partorito dalla Commissione difficilmente avrebbe avuto il sì del ministero, con una bocciatura a poche ore dal voto. E, con le modifiche di Pellegrinotti e del Pd al testo, Maison non avrebbe potuto che sconfessare il Piano in corso di seduta. Una rottura plateale sull’atto che doveva concludere la prima legislatura Rossi e far partire la campagna elettorale. Non solo. Forza Italia ha già chiesto un parere agli uffici: si può votare un testo molto diverso da quello adottato in prima battuta in Consiglio o occorre ripartire dall’adozione? Una domanda che inquieta il Pd. «Sarebbe il caso di rinviare tutto alla prossima legislatura» dice Stefania Fuscagni di Forza Italia.

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