Piano del Parco: Pd e Lega alla ricerca di facili consensi e non si guarda al futuro e al rilancio del Parco

Ancora una volta le vicende intorno al Parco di San Rossore ci rappresentano la drammatica assenza di una politica all’altezza delle sfide che ci attendono.
Si è riusciti nel capolavoro di trasformare una discussione storica per la nostra comunità su tutela ambientale, sicurezza del territorio, paesaggio e biodiversità, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, economia sostenibile, produzione di cibo di qualità, in una gazzarra tra bande, in cui le maggiori forze politiche del centrodestra e centrosinistra giocano il triste ruolo di accodarsi a chi pensano che li possa maggiormente garantire in termini di consenso elettorale per le prossime elezioni comunali.

Uno dopo l’altro ci hanno offerto uno spettacolo avvilente: prima il Sindaco Conti e la sua maggioranza, che non esitano a schierarsi con le rivendicazioni più becere, dando prova di non conoscere la realtà e di non avere un’idea delle reali esigenze del territorio per il prossimo futuro, ma da ultimo anche il consigliere del PD Biondi, che dai giornali non perde l’occasione per evidenziare una visione miope e localistica del governo del territorio, chiedendo che si mantengano equilibri di interessi del passato che non corrispondono a quello che serve, a partire da una efficacia della caccia nel garantire l’equilibrio faunistico che è stata smentita clamorosamente dalla realtà: ma può essere questo il ruolo delle amministrazioni? Guardare al passato? Noi crediamo che invece si debba svolgere un ruolo guida per garantire un futuro.

Anche la Regione Toscana non si smentisce e, se da una parte dà mandato all’Ente di realizzare il nuovo piano, dall’altra non garantisce le risorse adeguate né prospettive per il futuro nel contesto regionale.

Lo spettacolo è deprimente: invece di stare al fianco del Parco ad aiutarlo nella costruzione di un Piano che sia un vero strumento comune per garantire il futuro del territorio, si sceglie di isolarlo e lasciarlo da solo per accaparrarsi qualche effimero consenso elettorale. Noi, lo chiariamo ancora una volta, stiamo dalla sua parte, per la sua integrità e per l’allargamento della sua influenza su tutto il territorio della pianura costiera, dalla Versilia a Livorno. Ribadiamo le nostre critiche su come è stato condotto fin qui il percorso partecipativo, e per questo chiediamo all’Ente, per il suo bene, di ripartire da un confronto ampio e capillare sugli obiettivi di fondo del Piano, ma lo facciamo per rilanciare il ruolo che deve avere, non per limitarlo.

Siamo convinti che la nuova pianificazione debba parlare ad un territorio molto più ampio di quello del Parco e che debba proporsi come un’opportunità per tutta la comunità: non solo per la tutela ambientale ma anche come occasione per favorire uno sviluppo economico a tutte le attività che fanno della sostenibilità il loro punto di partenza. La conservazione di preziosi habitat al suo interno infatti, per quanto rappresenti il primo obiettivo statutario dell’ente, non basta più: abbiamo bisogno partire dal potenziamento delle tutele ambientali su tutto il territorio per darci la possibilità di combattere il cambiamento climatico

Anche per Coltano, oggetto della discussione di questi giorni, stare nel Parco è l’unica possibilità per avere un futuro di qualità. Ma a questo fine non può bastare una riga su una carta: serve invece una programmazione politica e economica da parte di tutte le istituzioni, fino ad oggi totalmente latitanti. Le aziende agricole vanno accompagnate in percorsi di conversione a produzioni più sostenibili di diversificazione delle attività: garantire la compatibilità con la presenza della fauna selvatica (ungulati in primis) e dare sbocco alle produzioni locali di qualità, promuovere le attività turistiche e creare collegamento con il resto del territorio. Questi sono i punti di merito su cui ragionare e sui quali far capire che davvero il Parco è una garanzia per il futuro.

Se si tracciano righe e si scrivono norme senza inserirle in un contesto politico ed economico per un futuro diverso, è inevitabile che queste vengano vissute come limiti fastidiosi.

Quando amministreremo il Comune di Pisa faremo di tutto per integrare le politiche del Parco con quelle del resto del territorio e per pretendere dalla Regione Toscana la necessaria attenzione anche in termini di finanziamenti.

Una città in comune

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