Piano del Parco: resettiamo e rilanciamo per il bene del Parco

Da giorni leggiamo sui giornali, con crescente preoccupazione, le prese di posizione di numerose associazioni ambientaliste che lanciano l’allarme in merito al pericolo di un ridimensionamento sostanziale del Parco.

Al di là del merito della vicenda dei confini, che dovrà necessariamente essere affrontato approfonditamente nelle sedi opportune, consideriamo importantissimo che si sia aperto questo dibattito pubblico perché uno strumento così strategico per il nostro territorio come il nuovo Piano del Parco deve essere costruito mediante un importante dibattito pubblico. Solo così ci potrà essere all’altezza delle sfide che ci attendono.

Se le soluzioni tecniche attengono necessariamente ai tecnici infatti, sono le linee strategiche e la visione del futuro che devono appartenere a tutto il territorio.

Risulta quindi assolutamente necessario ribadire la centralità dei Parchi nella gestione del territorio per gli anni a venire, oggi ancor più di quando sono stati istituiti. Non è più solo il tema della conservazione della biodiversità, che pure ne rimane il cuore, a caratterizzarli, ma l’enorme quantità di servizi ecosistemici, il fondamentale ruolo nella lotta al cambiamento climatico, l’aiuto all’agricoltura di qualità, la lotta all’inquinamento, la promozione di una diversa cultura di gestione delle risorse naturali.

Per tutto questo il percorso deve sempre tendere ad allargare l’area di influenza dei Parchi, studiando e inventando soluzioni nuove per problemi nuovi, ma perseguendo sempre l’obiettivo di una maggiore tutela del territorio e dell’ambiente, come ad esempio era stato fatto negli anni passati con l’estensione (dal 2010 al 2016) dell’area riconosciuta dal programma MAB (Man and Biosphere) dell’UNESCO, da “Selva Pisana” a “Selve costiere di Toscana”, interessando tutta l’area dei Monti Pisani e estendendosi verso Collesalvetti.

In questo senso ci pare invece incredibile il silenzio delle istituzioni (Regione, Comuni…), che non hanno ancora preso parola per chiarire, in seguito ai tanti interventi pubblici più che qualificati, quali sono le intenzioni strategiche per il Parco. Considerando però quanti attacchi sono stati sferrati all’Ente negli anni passati, quante volte si è dimostrato di considerarlo meramente un terreno libero a disposizione (da ultima la vicenda incredibile della base militare) e comunque da ridimensionare, non possiamo che temere il peggio. Cosa che sarebbe tanto più grave data l’importanza del Parco come straordinaria (e unica in Toscana) “anima verde” della città e per la sua valenza – anche simbolica – non soltanto cittadina ma regionale e nazionale.

Per chiarire tutto questo ed evitare che il dibattito si tenga esclusivamente sulle colonne dei giornali o in incontri bilaterali, sosteniamo la proposta del gruppo di San Rossore di promuovere quanto prima un incontro pubblico sul tema che, partendo da una reale messa in discussione di quanto fin qui proposto come chiedono le associazioni ambientaliste regionali, sia occasione di incontro e condivisione di quelli che sono gli obiettivi e le strategie del nuovo Piano del Parco, scongiurando uno sciagurato ridimensionamento ma anzi rilanciando il ruolo strategico che il territorio richiede.

Una città in comune

Rifondazione Comunista

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