lunedì 25 giugno 2018 |
Testata: TIRRENO PISA |
Pagina: 1 |
Conti (centrodestra) nuovo sindaco. Battuto di 1.811 voti serfogli (Pd) al ballottaggio
La destra travolge il Pd prende Pisa, Massa e Siena
Vince anche a Pietrasanta. Disastro centrosinistra: tiene solo Campi Bisenzio
LIVORNO
«Rendo merito al mio avversario. Non è ufficiale, ma mi pare che i dati siano evidenti. Hanno vinto il centrodestra e Michele Conti. Del resto il vento nazionale è inarrestabile, basta guardare anche ai numeri che arrivano dalle altre città». Andrea Serfogli è scuro in volto, lo spoglio non si è ancora chiuso ma il candidato pisan o dei dem e del centrosinistra ammette la sconfitta ai microfoni di 50 Canale, e soprattutto descrive uno spartiacque storico. In pochi anni, la geografia politica della regione è stata stravolta.
L’onda verde travolge la Toscan a. Cadono Pisa, Massa, perfino Siena. Uno tsunami che fa dire alla leghista Susanna Ceccardi «la Toscana rossa non esiste più, abbiamo fatto cappotto». A Pisa Conti è avanti di 4 punti e mezzo, con il 52,3% sul 47,7% raccolto dal competitor Pd. «Ci siamo riusciti anche grazie al fatto che la Lega è una forza di governo e il primo partito in città», dice il nuovo sindaco della città della Torre. Dunque, dopo Livorno, Pistoia, Arezzo, vanno giù altre roccaforti storiche della sinistra. Al Pd resta solo la riserva renzian a di Firenze e Prato. All’ombra dell’anarchismo apuano, dopo Carrara anche Massa cambia di segno, e anche questo d’ora in poi sarà un fortino del Carroccio. Anzi sembra una enclave: Francesco Persiani scalza l’uscente Alessandro Volpi con 7 punti divantaggio. Nella città del Palio l’azzurro Luigi De Mossi stacca di un punto l’uscente Bruno Valentini. Il sovranismo di Matteo Salvini spezza il «groviglio armonioso» che da decenni governa la città. Si conferma il centrodestra a Pietrasanta con Alberto Giovannetti, a Pescia vince l’eretico Oreste Giurlani, l’ex sindaco scaricato dal Pd dopo l’inchiesta per peculato. Tiene solo la Campi Bisenzio del renziano “pentito” Emiliano Fossi.
Si sapeva che i ballottaggi toscani avrebbero avuto un doppio fondo simbolico, sarebbero stati termometro del Paese. E che a Pisa il risultato sarebbe clamoroso era nell’aria fin dalla mattina. La tenuta dell’affluenza è un segnale. La partecipazione pisana è il segno di una reattività di chi il 10 giugno aveva scelto le civiche o di un colpo di coda dell’elettorato 5 Stelle. Evidentemente i grillini hanno scelto la ragion di governo gialloverde. Trasformata in espansionismo, l’esuberanza leghista sancisce così il definitivo strapotere della Lega anche nell’alleanza di governo con i Cinquestelle, e la fine di una consuetudine istituzionale che ha permeato le amministrazioni locali fino ad identificarle col partito. Se almeno a Pisa il Pd avesse tenuto, la città sarebbe stata eletta a laboratorio per una rinascita. Adesso sembra il luogo del suo de profundis. «A Pisa e Siena sono preoccupati, sanno che perderanno poltrone. In Toscana rischia di saltare un sistema di potere», aveva detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel suo tour toscano. Proprio sul fortino dem il leader leghista aveva puntato molto. E su Pisa si è giocata moltissimo Ceccardi. La vittoria accresce il peso specifico della sindaca (è stata lei a dettare molte delle scelte sulle candidature). «Susanna è uno dei sindaci più bravi – ha detto Sal vini – ma per la candidatura alle Regionali vediamo, nomi ce ne sono». Ora non sembrano esserci dubbi, la leonessa di Cascina potrà lan ciare la sua scalata alla Regione guidata da Enrico Rossi.