Piscine in spiaggia, la Toscana dice no

TIRRENO Pagina: 12

Piscine in spiaggia, la Toscana dice no

Ma chi le ha già potrà tenerle. Sì all’ampliamento degli hotel e stop alle cave in alta quota (con due eccezioni). Oggi il voto.

«Sulle piscine non ci sono discussioni, su spiagge e arenili non si potranno più fare». È arrivato a metà della sua presentazione, Enrico Rossi. Il governatore è seduto nel suo ufficio a Palazzo Strozzi Sacrati, dalle finestre si scorge la cupola del Duomo. L’ultima versione del piano del paesaggio, aggiornato con il maxi-emendamento che verrà presentato in aula oggi, è una pila di fogli alta tremila pagine. «E stata dura – dice – per le polemiche a qualcuno forse è sembrato che sarebbe naufragato tutto, ma ce l’abbiamo fatta, un gran risultato, frutto di un lunghissimo lavoro». Sudate carte, insomma. Che ha voluto «chiarire» alla vigilia del voto decisivo. Per questo sceglie di illustrare nel dettaglio alcuni degli aspetti più spinosi del testo che per settimane ha infiammato la Toscana. Quella di oggi sarà l’ultima seduta di legislatura e, se verrà approvato, il piano che uscirà dal Consiglio regionale prevederà «la tutela massima per arenili, spiagge e dune – legge Rossi -, dove d’ora in poi si potranno installare solo strutture mobili», da rimuovere a fine stagione.
Ma niente piscine. La Toscana dice no alle vasche vista )mare. Gli stabilimenti balneari che ne sono dotati sono salvi, loro tirino pure il fiato, gli altri se avevano nei cassetti piani di sviluppo, li ripongano. Dovranno rinunciarci. I loro clienti si tuffino in mare. La prescrizione riguarda la fascia dei 300 metri dal mare, quella fissata dalla legge Galasso, ma di fatto coinvolge i bagni, in particolare quelli della Versilia. Perché a monte del viale a mare, e cioè fuori dagli arenili, dove ci sono gli hotel o strutture esistenti, saranno consentiti ampliamenti del 10% se finalizzati al miglioramento dell’offerta turistica. Inoltre, spiega il govei-natore, in aula arriverà un proposta di modifica delle legge 65 per prolungare da 90 a 180 giorni la permanenza di ombrelloni, gazebo, cabine e tende sulle spiagge. «Un modo per dare ossigeno a chi ci chiedeva di allungare la stagione». Ma sulle piscine il piano non transige. Non sono previsti «impianti sportivi scoperti» a meno che i titolari delle concessioni non installino piscine rimovibili. Ma Rossi rassicura anche ambientalisti e cavatori. «Gravissime – sottolinea – le minacce di ritorsione sul lavoro» di questi; inaccettabili le istanze di quelli, che «proponevano come soluzione la chiusura delle cave».
E ribadisce: «Non se ne potranno aprire di nuove sopra i 1.200 metri, e sono salvi crinali e i circhi glaciali. Ma è bene dirlo, il 90 per cento dei bacini mariniferi si trova sulle montagne di Massa e Carrara, e solo per il 5 per cento sono oltre quella altitudine». Sopra quota 1200 ne restano attive 18 sulle Apuane versiliesi, «alle quali sarà consentito continuare fino a scadenza della autorizzazione, e poi ne esistono altrettante dismesse che si potranno riaprire per massimo sei anni ma con progetti funzionali al recupero paesaggistico, ma l’obiettivo non sarà l’estrazione». Un esempio? «Ci sono alcuni crinali su cui compaiono dei denti, sbreccature dovute alle escavazioni. Ecco, un progetto di recupero potrebbe prevedere una rinaturalizzazione del profilo». Unica deroga per le cave di Minucciano e quelle sopra Levigliani, perché «senza marmo quelle comunità rischiano di scomparire». Tutti, precisa, dovranno presentare i piani attuativi e sottoporsi svalutazione di impatto paesaggistico.
Sull’agricoltura e vigneti ripete: il testo scongiura che le «dolci colline» diventino distese di filari come le langhe in Piemonte e le vigne massive del Veneto. Rossi si dice convinto che il testo soddisferà anche il Mibact. Anche l’assessore Anna Marson, dice il governatore, è «contenta». In più, sottolinea, il maxi-emendamento «è stato firmato da tutti i capigruppo di maggioranza» escluso Mauro Romanelli di Sel. Un piano che raggiunge un «equilibrio fra natura e lavoro» e «afferma che il paesaggio è il luogo in cui gli uomini producono, e producendo creano bellezza, ma nella trasformazioni economiche e sociali».

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