Porto, otto milioni di euro da pagare al Comune

IL TIRRENO PISA, pagina VII
E quanto sostiene Rifondazione comunista. E la lista civica guidata da Auletta punta alla trasparenza e divulga gli atti che, sostiene, «erano stati secretati»
La lista civica “Una città in Comune” e Rifondazione Comunista con Ciccio Auletta candidato a sindaco divulgano alla stampa gli atti sul porto che erano stati secretati dall’amministrazione comunale. La parola “trasparenza” è stata quella più gettonata sia da Auletta come dagli altri che hanno partecipato all’incontro. La trasparenza del lavoro di un’amministrazione locale viene messa sul primo gradino del podio dei valori da seguire «soprattutto – ha affermato il candidato sindaco quando riguarda il rapporto fra un ente pubblico e un imprenditore privato», in questo caso la società Boccadarno Porto di Pisa il cui presidente e amministratore delegato è Stefano Bottai.
Partita da otto milioni. E Maurizio Bini, consigliere comunale di Rifondazione, che ha richiesto gli atti, quantificala somma che spetterebbe al Comune dalla vendita e dall’indennità di occupazione dei propri terreni «pari a circa quattro milioni di euro a cui se ne aggiungono più o meno altri quattro dai terreni della ex Gea, società in liquidazione, detenuta al 90% dal Comune di Pisa. In tutto, otto milioni di euro che non sono nelle case comunali e che, in questi tempi di grave crisi economica che coinvolge le amministrazioni locali, sarebbero i soldi utili per realizzare le opere pubbliche in città».
Atti secretati. La divulgazione di questi atti secretati vuole sottolineare l’importanza della trasparenza «perché – afferma Auletta – noi proporremmo una nostra lettura di questi documenti, condivisibile o meno, ma a cui seguirà un dibattito.
Tutti devono avere la possibilità di accedere agli atti ed esercitare una propria valutazione».
Trasparenza al primo posto. Questo il punto di partenza per il candidato a sindaco secondo cui «la nostra iniziativa non vuole essere né una provocazione né un attacco verso qualcuno, ma dire alla città come intendiamo agire, qual è la nostra idea di amministrare una città in cui, appunto, la trasparenza è al primo posto», concetto quest’ultimo ribadito anche da Marco Ricci, presidente di Legambiente di Pisa.
«Il consigliere comunale continua Maurizio Bini – risponde ai cittadini e consegnando gli atti il nostro scopo è che si apra un dibattito pubblico. Su ogni foglio acquisito, un impiegato ha scritto a mano la dicitura “uso esclusivo e riservato funzioni consigliere comunale”. Ecco, noi rivendichiamo una funzione diversa del consigliere».
E Federico Oliveri, segretario comunale di Rifondazione comunista, ricorda «dapprima la decisione di secretare la corrispondenza tra gli uffici comunali competenti e quella tra il Comune e la società realizzatrice del porto e poi di imporre lo svolgimento in forma “segreta” della seduta della prima commissione di controllo e garanzia in cui quei documenti sono stati analizzati».
Porte chiuse. La scelta di fare svolgere la riunione della commissione a porte chiuse «venne presa a maggioranza – è la dichiarazione comune – nella stessa commissione su proposta del consigliere del Pd, Michele Di Lupo, col sostegno dell’Udc e il parere contrario di Rifondazione comunista, di Sel e di Riccardo Buscemi, presidente della commissione». E il candidato sindaco aggiunge: «E’ stata una scelta politica, mai era accaduto nulla di simile nella nostra città».
Altro tema di polemica è una lettera di accompagnamento agli atti di Angela Nobile, direttore generale del Comune, in cui si scrive che i consiglieri comunali “possono utilizzare il materiale fornito esclusivamente per l’espletamento del proprio mandato” e che “nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di segreto e di tutela della riservatezza sono tenuti al segreto d’ufficio e sottoposti ai connessi divieti di divulgazione e diffusione”. Oliveri fa sapere che c’è una sentenza della Cassazione (n. 39796 del 12.10.2009) per cui il consigliere comunale può divulgare alla stampa documenti riservati.
Richieste di pagamento. Ma cosa c’è in questi atti di così importante, da chiedere il segreto d’ufficio? La documentazione consegnata ai giornalisti è molto ampia, un faldone enorme. Ma ciò che – da subito – fanno sapere sono le continue richieste del Comune alla società Boccadarno di Pisa di pagare i terreni e l’indennità di occupazione. La direzione generale, infatti, aveva chiesto un parere all’Avvocatura civica la quale aveva risposto che “la pretesa del Comune di stipulare immediatamente il contratto definitivo è fondata”.
Ma c’è anche un’altra questione. «La direzione dopo avere chiesto un parere all’Avvocatura civica e le lettere inviate alla società costruttrice, chiede al sindaco un parere. Un parere conclude Ciccio Auletta – mai arrivato. Ebbene, noi siamo contrari al silenzio perché la politica si deve assumere le proprie responsabilità».

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