giovedì 10 maggio 2018 |
Testata: Pisa Today |
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Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday
Martedì 8 e mercoledì 9 Maggio ’18 si terranno due importanti scioperi a Pisa, indetti dall’Unione Sindacale di base, che interesseranno i lavoratori dell’aeroporto Galileo Galilei e del Centro Nazionale delle Ricerche.
La vicenda del conflitto tra lavoratori e management del sistema aereoportuale toscano ha riempito le cronache locali degli ultimi anni, trasformandosi oggettivamente in un fatto politico di primo rilievo, perché evidenzia la gravità e il danno sociale prodotto da uno dei tanti processi di cessione al privato da parte di amministrazioni a guida PD (La Regione Toscana e il Comune di Pisa) di un patrimonio pubblico strategico per la prosperità e lo sviluppo dei territori interessati, che mette in pericolo il lavoro, il salario, la salute e i diritti di centinaia di lavoratori, con un aumento dello sfruttamento attraverso turni di lavoro massacranti, mancato incremento del personale nonostante un aumento costante del flusso di viaggiatori, con evidenti rischi per la salute e per la sicurezza di tutti, sino ad arrivare all’ipotesi di accordo sull’esternalizzazione dell’handling aeroportuale e del comparto della Security, e con essi due terzi dei lavoratori di Toscana Aeroporti, con conseguenze nefaste per centinaia di lavoratori impiegati in questo settore strategico nella gestione degli aeroporti di Pisa e Firenze. Queste le ragioni dello sciopero dell’8 maggio.
Al CNR, dopo la lunga occupazione della sede di Pisa per la stabilizzazione di 8.800 precari in tutto il settore della ricerca italiana, che ha dato dei risultati importanti per i lavoratori e per il sindacato che li ha guidati (USB è risultato primo alle ultime elezioni RSU), ci troviamo ora nella situazione paradossale di un Presidente (Inguscio) che non intende cofinanziare il contributo di 40 milioni da parte del Ministero con una cifra equivalente, che permetterebbe la stabilizzazione a Pisa di 1.600 precari. Per pretendere questo cofinanziamento i lavoratori scenderanno in sciopero.
Come giustamente evidenzia il sindacato che promuove i due scioperi, all’origine di questi processi di ristrutturazione, di gestione privatistica e autoritaria dei trasporti e del sistema della ricerca pubblica, ci stanno le direttive europee, che impongono ai governi e alle amministrazioni locali una linea di condotta economica e di gestione delle relazioni sindacali devastante per le maggioranze.
Padroni e amministratori pubblici venduti, management e dirigenti di pura emanazione politico/clientelare devono sapere che, da ora in poi, al fianco ai lavoratori in lotta troveranno anche i militanti di Potere al Popolo! Non solo per solidarietà, ma per comunanza di obiettivi e intenti.
Ieri come oggi, si vuol far pagare la crisi del capitalismo ai lavoratori e ai settori popolari, per continuare ad accumulare profitti a favore di imprenditori, manager, finanzieri, politicanti e sindacalisti venduti.