Presenti in piazza contro l’autonomia differenziata

Pochi giorni fa la Ministra per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini ha annunciato che è quasi concluso l’iter per la definizione della legge quadro che stabilirà i parametri per l’attuazione dell’autonomia differenziata.

E’ già trapelata una bozza del Disegno di legge, per nulla rassicurante rispetto ai pericoli che l’attuazione del regionalismo differenziato potrebbe comportare, come ormai da tempo si denuncia.

Non si prospetta, infatti, alcun ruolo centrale del Parlamento nella discussione e nelle scelte; non si accenna alle materie che potrebbero essere devolute alle Regioni (e, dunque, non se ne esclude alcuna, come invece precedentemente suggerito da una commissione di giuristi incaricati di orientare la stesura della norma); la questione relativa ai livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e al finanziamento della devoluzione delle funzioni dalla Stato alle Regioni è presentata in termini estremamente ambigui, tali da lasciar presagire che, nei fatti, si realizzerà una sperequazione nella distribuzione delle risorse, entro un panorama che potrebbe comportare anche una privatizzazione ulteriore di servizi essenziali e lo smantellamento di norme a tutela dell’ambiente e contro la corruzione, con grave danno quindi per il godimento uniforme di diritti sociali irrinunciabili.

Già il 7 giugno scorso a Firenze la Ministra Gelmini è stata presente ad un convegno insieme al Presidente della Regione Eugenio Giani, durante il quale si annunciava l’intenzione incontrovertibile di avanzare richiesta di autonomia differenziata per la Toscana, in assenza di qualsiasi dibattito che comprendesse le istituzioni rappresentative e la società civile, con assoluto disprezzo dei meccanismi essenziali di deliberazione che dovrebbero sussistere, invece, in un autentico sistema democratico.

Il 22 giugno a Roma la Ministra ha incontrato sul tema  i Presidenti di Regione. Il percorso, dunque, sembra ora procedere a tappe forzate e si fa sempre più concreta la possibilità di uno stravolgimento istituzionale che potrebbe avere conseguenze estremamente negative sulla vita delle cittadine e dei cittadini italiani.

Per questo il 22 giugno nella Capitale si è tenuto un presidio su iniziativa del Tavolo Contro ogni Autonomia Differenziata, che ha visto l’adesione di diverse realtà associative e politiche. Nello stesso giorno i vari comitati locali che negli ultimi anni si sono costituiti e attivati contro questo progetto hanno realizzato iniziative pubbliche in diverse città italiane.

Anche a Pisa siamo scesi in piazza con il Comitato contro ogni Autonomia Differenziata, per manifestare pubblicamente la contrarietà all’ennesimo intervento legislativo attuato senza il coinvolgimento delle istituzioni democratiche, sopra la testa delle cittadine e dei cittadini, e che rischia, come altre volte è già capitato, di intaccare in modo sostanziale lo Stato di diritto.

Una città in comune

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