Profughi a San Rossore: ecco la situazione fra costi e difficoltà logistiche

28 marzo 2014, PisaToday

Profughi a San Rossore: ecco la situazione fra costi e difficoltà logistiche
Sopralluogo della 2° Commissione presso le strutture di Piaggerta, dentro al Parco San Rossore. La cooperativa Paim sottolinea le difficoltà nei trasporti, mentre proseguono le visite mediche e la procedura per il riconoscimento dello status di rifugiati

Sono apparentemente tutti ragazzi sotto i trent’anni, non parlano una parola di italiano e molti di loro, se non tutti, hanno affrontato un viaggio di 3/4 mesi attraverso il deserto per arrivare in Italia. La prima cosa che i 40 profughi hanno chiesto ai consiglieri giunti in visita sono stati dei telefoni per poter chiamare i parenti, poi il permesso di soggiorno ed un lavoro. Atterrati a Pisa il 21 marzo scorso risiedono da quella data presso tre strutture ricettive site a Piaggerta, a poco più di un chilometro e mezzo dal cancello principale del Parco di San Rossore. La sistemazione provvisoria d’emergenza è messa a disposizione dalla cooperativa Paim, di base destinata al ricevimento di famiglie con disabili.
“Nella convenzione firmata da noi e la Prefettura – spiega Giuseppe Cecchi, direttore della Società della Salute – è previsto che gestiremo la situazione fino al 30 giugno, con l’impegno di trovare il prima possibile soluzioni alternative a questa situazione. E’ tutto molto in divenire, fra questi ragazzi sembra ci siano anche alcuni minorenni, mentre una parte di loro vuole raggiungere all’estero i familiari. Adesso dobbiamo attendere la conclusione delle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiati”.
“Gli spostamenti sono drammatici – dice la vicepresidente di Paim Anna Batini – ed il peso economico di tutti i servizi è superiore a quello previsto. Facciamo il possibile, anticipiamo tutte le spese. Abbiamo spostato dalle camere 3 famiglie per questa emergenza e trasportiamo in Questura i ragazzi per le procedure necessarie, anche se non dovremmo farlo noi”. Sul lato dei costi Cecchi spiega che “nella scorsa emergenza erano stati previsti 46 euro a persona al giorno, stavolta solamente 30. Una circolare del Ministero vieta poi l’utilizzo dei posti Sprar. Vedremo come procederà la questione, valutiamo ogni strada possibile”.
Le difficoltà logistiche mettono in luce la necessità di protocolli di intervento stabili e certi, basati sui flussi migratori. “Questi fenomeni si ripetono – afferma l’assessore al sociale Sandra Capuzzi – non sono più completamente inattesi. Il Ministero degli Interni deve prevedere percorsi ordinari da attivare volta per volta, in modo da rispondere prontamente alle emergenze”. Sulla situazione attuale e le prospettive future la Capuzzi parla di “condizioni accettabili, tranquille, consone alle loro esigenze. Concretamente non ci sono ancora altre possibilità di sistemazioni, stiamo facendo le verifiche e chi ha disponibilità ci farà sapere. Al prossimo Consiglio Comunale riceveremo una delegazione dei ragazzi. Intanto con le associazioni che vorranno contiamo di organizzare delle attività per farli uscire e programmare la loro integrazione”.

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